Senza permesso non si possono iscrivere i bambini al programma "Estate Vacanza 2009". Il sociologo: “Scelta devastante” Roma – 15 giugno 2009 – Sarà divertente l’estate dei bambini milanesi, nelle case vacanze del Comune sparse tra mare, laghi e monti. Ma solo se mamma e papà hanno il permesso di soggiorno.
Forse per risparmiare, o perché pensa di rispettare così la legge, il Comune di Milano ha chiuso ai figli degli irregolari il programma Estate Vacanza 2009. Questo consente a bambini e ragazzi dai 3 ai 14 anni di trascorrere, pagando una piccola quota, una decina di giorni in alcune delle più pittoresche località di villeggiatura del nord Italia.
Al momento dell’iscrizione, spiega però il Comune, il genitore deve per esibire un “permesso di soggiorno in regola con la normativa vigente”. Se il permesso non c’è, i piccoli perdono quindi l’occasione di “ migliorare il piacere di relazione interpersonale”, “vivere lo spirito di avventura unito alla socializzazione e al divertimento” o “ampliare le capacità creative”, come recita il comunicato che presenta Estate Vacanza 2009.
Sul caso interviene Pietro Zocconali, presidente dell’Associazione Nazionale Sociologi, che parla di una decisione”socialmente devastante”, “emarginante e lesiva dei diritti fondamentali dei bambini di ogni razza a godere di cittadinanza piena nel mondo, a prescindere dalla condizione dei genitori. È paradossale – sottolinea il sociologo – che la città ospitante di un evento internazionale come Expo 2015 precluda ai bambini una possibilità come poche di integrazione”.
L’anno scorso il Comune aveva tentato di chiudere le iscrizioni dei figli degli irregolari agli asili nido, ma aveva dovuto fare marcia indietro dopo che un tribunale aveva bocciato questa scelta come discriminatoria.
Elvio Pasca