L’appello di Benedetto XVI ai cappellani. “Vivono un’attesa piena di angoscia. Abbiatene cura qualunque sia la nazionalita’ o condizione sociale”
Roma – 12 giugno 2012 – Serve “maggiore attenzione” verso “coloro che vivono un’attesa piena di angoscia nel tentativo di transitare senza i documenti necessari, in qualità di migranti o di richiedenti asilo”.
Lo ha chiesto ieri Benedetto XVI ai cappellani degli aeroporti, nel discorso rivolto ai partecipanti a un meeting sul tema dell’assistenza spirituale ai viaggiatori promosso dal Pontificio Consiglio per la pastorale dei migranti. Il Papa ha citato anche i “disagi causati dalle misure per contrastare gli atti terroristici”.
“Gli aeroporti – ha sottolineato Benedetto XVI – sono luoghi che rispecchiano sempre di piu’ la realta’ globalizzata del nostro tempo”. E dunque come sacerdoti, ha ricordato ai cappellani, “avete la possibilita’ di venire a contatto ogni giorno con tante persone, uomini e donne, che lavorano in un ambiente in cui sia la mobilita’ continua, sia la tecnologia costantemente in progresso, rischiano di oscurare la centralita’ che deve avere l’essere umano; spesso l’attenzione maggiore viene riservata all’efficienza e alla produttivita’, a scapito dell’amore del prossimo e della solidarieta’, che devono, invece, caratterizzare sempre i rapporti umani”.
“Anche in questo – ha scandito – la vostra presenza e’ importante e preziosa: e’ una testimonianza viva di un Dio che e’ vicino all’uomo; ed e’ un richiamo a non essere mai indifferenti verso chi si incontra, ma a trattarlo con disponibilita’ e con amore. Vi incoraggio ad essere segno luminoso di questa carita’ di Cristo, che porta serenita’ e pace”.
“Cari amici – ha concluso il Pontefice – abbiate cura che ogni persona, qualunque sia la sua nazionalita’ o condizione sociale, trovi in voi un cuore accogliente, capace di ascoltare e di comprendere