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Rifugiati: riapre l’ufficio dell’Onu in Libia

Le autorità libiche: "Chiedevano tangenti e favori sessuali". L’Unhcr: "Accuse non provate"

Roma – 28 giugno 2010 – Riapre a Tripoli l’ufficio dell’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati (Unhcr), doo al chiusura imposta dalle autorità libiche tre settimane fa. L’Alto commissario  Antonio Guterres  ha però spiegato che le attivita’ dell’ufficio saranno comunque limitate ai casi finora seguiti.

Nel comunicato diffuso sabato dall’Onu si ricorda come il governo libico non abbia fornito motivazioni ufficiali per la chiusura dell’ufficio all’inizio del mese, ma che negli ultimi giorni le autorita’ abbiano accusato lo staff dell’Unhcr di comportamenti gravi, come la richiesta di tangenti o di favori sessuali in cambio della concessione dello status di rifugiato agli immigrati. Il portavoce dell’Unhcr, Adrian Edwards, ha affermato che le accuse libiche non sono state provate e ricordato che l’ordine libico di espulsione non e’ stato ancora formalmente revocato.

"L’Unhcr prende molto sul serio ogni accusa contro membri dello staff da chiunque provengano – ha detto Edwards -. Abbiamo una politica di tolleranza zero per chi commette azioni gravi. Abbiamo chiesto al governo libico di provare queste accuse. Se e quando riceveremo queste indicazioni, saremo in grado di condurre un’indagine in base alle nostre normali procedure”.

Sarebbero circa novemila i rifugiati e tremila e settecento i richiedenti asilo registrati presso l’ufficio dell’Unhcr in Libia. La maggior parte di loro sono palestinesi, iracheni, sudanesi, somali, eritrei, etiopi e liberiani. L’agenzia provvede a fornire cure mediche, alloggio, istruzione e formazione professionale. L’Unhcr opera in Libia dal 1991 e fornisce l’unico programma di assistenza per i richiedenti asilo nel Paese.

Intanto il senatore radicale Marco Perduca chiede che "l’Italia si faccia carico dei costi per il mantenimento delle operazioni dell’Unhcr in Libia e usi i suoi buoni uffici presso il colonnello Gheddafi affinchè queste possano essere potenziate".  "Se e’ vero che i vicini non si scelgono -aggiunge- non e’  necessariamente vero che vadano incensati, coperti di danaro e  promossi a partner strutturali. Qualche centinaio di migliaia di euro  può salvare la vita di migliaia di persone".

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