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Sappe: “Incrementare espulsioni di detenuti stranieri”

Il sindacato di Polizia penitenziaria: "Governo avvii trattative con i Paesi d’Origine" Roma 22 agosto 2008 – "Si deve incrementare il grado di attuazione della norma che prevede l’applicazione della misura alternativa dell’espulsione per i detenuti extracomunitari i quali debbano scontare una pena, anche residua, inferiore ai due anni; potere che la legge affida alla magistratura di sorveglianza"

Così Donato Capece, segretario del sindacato autonomo polizia penitenziaria Sappe, commenta i dati sul boom di detenuti stranieri nelle carceri italiane. Numeri "incontrovertibili", dice: "oggi abbiamo in Italia piu’ di 55.000 detenuti, di cui piu’ di 20.000 sono stranieri; il 65% sono imputati e solo il 35% condannati".

Il Sappe chiede al Governo Berlusconi di "recuperare il tempo perso su questa criticità e avviare le trattative con i Paesi esteri da cui provengono la maggior parte dei detenuti, a partire da Romania, Tunisia, Marocco, Algeria, Albania, Nigeria, affinchè scontino la pena nei Paesi d’origine.

 Per il sindacato autonomo polizia penitenziaria, "trovare accordi affinche’ gli stranieri scontino la pena nei Paesi d’origine, oltre a mettere un freno ad una grave emergenza, potrebbe rivelarsi un buon affare anche per le casse dello Stato, con risparmi di centinaia di milioni di euro, nonche’ per la sicurezza dei cittadini. Un detenuto – ricorda il Sappe- costa infatti in media oltre 250 euro al giorno allo Stato italiano".

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