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Seconde generazioni: “Subito una riforma della cittadinanza”

Appello della Rete G2 ai parlamentari: "Chi è cresciuto in Italia abbia gli stessi diritti e opportunità dei figli degli italiani" Roma – 19 novembre 2009 – Le seconde generazioni, italiani di fatto ma stranieri per legge, chiedono "in tempi brevissimi"   una riforma della cittadinanza. La rete G2, associazione dei figli di immigrati, ha presentato ieri a Montecitorio un appello ai parlamentari di ogni schieramento perché riscrivano le regole per di chi è nato in Italia o vi è arrivato da bambino.

"Già in passato – si legge nell’ appello – le scorse legislature si sono aperte ad una necessaria modifica di questa legge, ma finora non c’è stato un impegno concreto da parte del legislatore nell’approvare una legge che finalmente regoli adeguatamente la questione della concessione della cittadinanza in generale e, in particolare, crei le condizioni per cui le seconde generazioni cresciute in Italia abbiano gli stessi diritti e opportunità dei loro coetanei figli di italiani, e non debbano sentirsi stranieri in patria".

In particolare, la rete G2 chiede che "venga riconosciuta la cittadinanza italiana secondo un principio di ‘ius soli’ e non più solo dello ‘ius sanguinis’" e che anche coloro che arrivano in Italia da piccoli possano diventare cittadini "prima del compimento della maggiore età". Spunti presenti anche nella proposta Sarubbi-Granata all’esame della Camera dei Deputati.

"Siamo un gruppo autonomo, ma appoggiamo le leggi che propongono le nostre istanze" ha detto ieri Lucia Ghebreghiorges, portavoce G2. "Il 60% dei bambini figli di immigrati – ha aggiunto – quando va a scuola si sente italiano e a 18 anni scopre di non esserlo. Speriamo che una modifica alla legge vigente venga approvata in tempi brevi e non si dimentichi di chi è già maggiorenne e non ha potuto ottenere la cittadinanza a causa delle storture e delle lacune dell’attuale normativa".

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