Nonostante la sentenza di Milano, anche stavolta c’è il requisito della cittadinanza italiana. Le “piste” battute da Kyenge erano vicoli ciechi: “Bisogna prima modificare la legge”
Roma – 17 settembre 2013 – Quindicimila giovani volontari impegnati in attività di utilità sociale, tra disabili e anziani, nei musei, nelle scuole, nei parchi nazionali. Anche stavolta, però, dovranno essere tutti italiani doc: i figli degli immigrati, anche se sono nati e cresciuti qui, se per la legge sono ancora stranieri dovranno rimanere a casa.
Il nuovo bando per il Servizio Civile Nazionale, atteso a giorni, è un muro di gomma sul quale rimbalzano le aspirazioni delle seconde generazioni. Secondo le anticipazioni raccolte da Stranieriinitalia.it, tra i requisiti ci sarà di nuovo la cittadinanza italiana, come recita l’articolo 3 della legge che disciplina il SNC (d.lgsl. 77/2002). E con buona pace dell’ormai famosa sentenza del giudice di Milano , confermata in secondo grado, che ha definito quel requisito una “discriminazione” nei confronti dei ragazzi stranieri.
Il problema è che per l’avvocatura dello Stato quella sentenza non fa testo, anche perché ce n’è almeno un’altra di segno opposto. Quel che vale è la legge e finchè questa non cambia i bandi saranno solo per italiani. Una "linea" che ha dovuto digerire anche la ministra dell’Integrazione Cècile Kyenge, che dopo le dimissioni di Josepha Idem ha ereditato la delega al Servizio Civile Nazionale.
Eppure, a fine luglio, parlando proprio di un’eventuale apertura alle seconde generazioni, Kyenge era stata possibilista. “La discussione è in corso – aveva detto la ministra- il nodo centrale è che dobbiamo iniziare a parlare di persone residenti in Italia, di cittadini residenti che vogliono dare un contributo di volontariato a un servizio che esiste già. Qualunque ragionamento deve partire da questo. Stiamo esaminando tutte le piste, tutte le vie”.
Tutte quelle strade, a quanto pare, erano vicoli ciechi. “Nel nuovo bando sarà richiesta ancora la cittadinanza italiana. Nonostante la volontà della ministra di ammettere anche i ragazzi stranieri cresciuti in Italia non è possibile eliminare quella clausola, bisognerebbe prima cambiare la legge” confermano a Stranieriinitalia.it dall’entourage di Kyenge.
Il passaggio per il Parlamento viene quindi considerato obbligatorio. E le speranze, a breve termine, sono poche. Alla Camera i deputati del Pd Marina Sereni, Khalid Chaouki e Francesca La Marca hanno presentato due proposte di legge per aprire il Servizio Civile alle seconde generazioni, ma mentre ci si interroga sul futuro della legislatura, l’esame di quei testi non è neanche iniziato.
Elvio Pasca