Moustapha Dieng, Cheikh Mbengue e Mor Sougou sono italiani. Il governo risponde all'appello sottoscritto da quindicimila persone: “Un gesto di doveroso riconoscimento e di concreta solidarietà della Nazione”
Roma – 26 febbraio 2013 – Moustapha Dieng, Cheikh Mbengue e Mor Sougou, i senegalesi sopravvissuti alla strage razzista di Firenze, sono diventati italiani.
“Su proposta del Ministro dell’interno il Consiglio dei Ministri ha conferito la cittadinanza italiana ai signori: Moustapha Dieng, nato a Ndoukoumane (Senegal) il 1 gennaio 1974; Cheikh Mbengue, nato a Kebemer (Senegal) l’8 novembre 1969 e Mor Sougou, nato a Mouye (Senegal) il 10 ottobre 1979” si legge nel cominicato diffuso poco fa da Palazzo Chigi.
“La concessione della cittadinanza – spiega il governo – rappresenta un gesto di doveroso riconoscimento e di concreta solidarietà della Nazione verso i signori Dieng, Mbengue, Sougou sopravvissuti ai gravissimi fatti di matrice razziale verificatisi in Firenze il 13 dicembre 2011”.
Quel giorno Gianluca Casseri, simpatizzante di estrema destra, sparò contro gli ambulanti di colore nei mercati di Piazza Dalmazia e San Lorenzo, poi si tolse la vita. I suoi proiettili uccisero Modou Samb e Mor Diop, ferirono Mor, Mbengue e Dieng. Quest’ultimo, colpito alla gola e alla spinta dorsale, è ormai tetraplegico e non riesce più a parlare.
Nel primo anniversario della strage, l’Associazione dei Senegalesi di Firenze ha lanciato un appello e una petizione online per la concessione della cittadinanza italiana ai superstiti. “Quanto è accaduto un anno fa è frutto di una cultura, di una ideologia violenta e razzista alla quale la maggior parte degli italiani è estranea: riconoscere ai tre senegalesi feriti la cittadinanza italiana, sarebbe la dimostrazione di questo e un atto concreto di riconciliazione” ha spiegato allora Pape Diaw, presidente dell’associazione.
La petizione ha raccolto online oltre quindicimila adesioni, compresa quella della commissione diritti umani del Senato, mentre alla Camera Andrea Sarubbi (PD) ha chiesto l’intervento del ministro dell’Interno. Oggi, finalmente, la decisione del governo, che certifica che vittime della follia razzista di Casseri non furia solo cinque immigrati, ma tutta l’Italia.
EP