Il segretario del Pd lancia l’allarme: "le ronde, la caccia al rom o all’immigrato sono un problema, non la soluzione"
Roma – 20 giugno 2008 – Dare risposte alla domanda di sicurezza dei cittadini non ha nulla a che vedere con la criminalizzazione degli immigrati: Walter Veltroni lancia l’allarme, nel corso della sua relazione introduttiva all’assemblea costituente del Pd. Per Veltroni "più immigrazione uguale insicurezza" rappresenta "un’equazione tanto ingiusta quanto gravemente sbagliata".
"Sia chiaro: gli individui che commettono un crimine – precisa il segretario del Pd – vanno puniti, qualunque sia la loro nazionalità, la loro provenienza. Gli individui: mai i gruppi, le comunità etniche, sociali o religiose alle quali appartengono".
A giudizio di Veltroni "le ronde, la caccia al rom o all’immigrato, il mito aberrante del farsi giustizia da sé sono un problema, non sono certo la soluzione, nemmeno in minima parte". Senza citare esplicitamente singole forze politiche, Veltroni punta il dito genericamente sugli avversari del Pd: "Proposte politiche che minimizzano l’una cosa e che propongono apertamente l’altra, sono anch’esse parte del problema, non la possibilità di uscirne".
Secondo Veltroni la xenofobia, il linguaggio razzista, un pensiero "segnato da separazione, chiusura, ostilità", sono fenomeni che fanno tutti capo alla responsabilità di "chi soffia sul fuoco, chi alimenta le paure, chi innesca meccanismi che poi rischiano di scappare di mano, di sfuggire ad ogni controllo. Tutto per conquistare un consenso di tipo populista e antipolitico".