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2,6 milioni di immigrati al volante

Sono il 7% dei guidatori in Italia, proprietari del 6% dei veicoli in circolazione. Clienti sempre più importanti per tutto il mercato che gira intorno ai motori

 

 

Roma – 27 agosto 2012 – Su due o su quattro ruote, per necessità o per diletto, sono sempre più numerosi gli immigrati al volante per le strade italiane.

Gli ultimi dati del Ministero dei Trasporti dicono che 2,6 milioni di patenti attive nel nostro Paese, il 7% del totale, sono intestate a guidatori nati all’estero. Prevalentemente romeni (circa 380 mila ), marocchini (230mila) e albanesi (225mila), con un podio che ricalca quello delle nazionalità più presenti in Italia.

Autostrade per l’ltalia stima che circa 5 milioni di viaggiatori  transitano quotidianamente sulla sua rete. Applicando quel 7%, viene fuori che a passare per i caselli (o a sbruffare in coda prima di arrivarci) sono 350 mila immigrati al giorno.

I 2,6 milioni di patentati stranieri sono anche alle prese, come i colleghi italiani, con le tragiche impennate dei prezzi del carburante. E lasciano al distributore 3,7 miliardi di euro ogni anno, se è vero, come si legge in un recente sondaggio dell’Ispo, che ogni guidatore spende in media 120 euro al mese in rifornimenti.

Clienti importanti per i concessionari, perché il più delle volte arrivano appiedati e la macchina o la moto la comprano qui, spesso usata. È sempre il ministero a contare quasi tre milioni di veicoli in Italia (più di 2,7 milioni le auto, oltre 250 mila le moto), intestati a cittadini nati all’estero. Sono il 6% del totale, con Romania (420mila), Marocco (365mila) e Albania (260mila) a guidare ancora la classifica delle provenienze.

Molti immigrati, grazie ad accordi tra l’Italia e il Paese d’origine, hanno semplicemente convertito la patente di guida presa in patria in un documento valido anche in Italia. Quando l’accordo non c’era, o quando sono arrivati senza averne una, l’hanno invece presa qui: 170mila solo lo scorso anno.

Ed eccoli allora bussare alle porte delle scuole guida. Un mondo in cui non mancano zone grigie, come dimostrano le recenti inchieste che a Milano, Roma e Napoli hanno scoperchiato vere e proprie consorterie criminali, con agenzie che, grazie a compiacenti funzionari della motorizzazione, vendevano a peso d’oro “patenti facili” a cittadini stranieri, aiutandoli in sede d’esame.

Del resto, se nelle prove pratiche condividono le difficoltà degli italiani, per rispondere ai quiz gli aspiranti guidatori immigrati devono superare un ulteriore ostacolo da quanto l’anno scorso è scomparsa la possibilità di sostenerli anche in sette lingue straniere. “Le traduzioni erano troppo costose e imprecise” ha spiegato lo scorso giugno il ministro dei trasporti Corrado Passera rispondendo a un’interrogazione in Senato.

I numeri dimostrano che i guidatori stranieri sono diventati clienti importanti anche per il mercato delle assicurazioni. Che però non sembrano ancora aver colto l’occasione e, anziché offerte allettanti, prevedono a parità delle altre condizioni spesso polizze più alte  per i guidatori stranieri rispetto agli italiani.

“Statisticamente fanno più incidenti” si giustificano i signori dell’Rc Auto, ma l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali ritiene che il sovrapprezzo “etnico” sia una pratica discriminatoria e illegittima. E quando è stata sottoposta al giudizio dei tribunali, le compagnie hanno eliminato le differenze per evitare una probabile condanna.

Elvio Pasca

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