Roma – 21 giugno 2011 – Gli italiani sono ancora un popolo di emigranti . Oltre quattro milioni vivono all’estero, nuove leve di un fenomeno che nella storia dell’Italia unita ha fatto fare le valigie a 30 milioni di persone.
Lo dice il rapporto “Italiani nel mondo 2011”, presentato oggi a Roma dalla fondazione Migrantes, sulla base dei dati, aggiornati alla fine dello scorso anno, forniti dall’ Associazione italiani residenti all’estero(Aire).
Il rapporto conta 4,1 milioni di italiani all’estero, che vivono soprattutto in altri Paesi europei (56%) o in America (39,6%). La classifica dei Paesi di emigrazione vede in cima l’Argentina (15,8%), seguita da Germania (15,3%), Svizzera (13%), Francia (8,8%) e Brasile (6,9%).
Partono soprattutto i residenti nelle grandi città: 258 mila emigrati da Roma, 53 mila da Milano, 36 mila da Napoli, 35 mila da Torino. Ma se si ragiona per grandi aree l’emigrazione è soprattutto meridionale (1 milione 448mila), seguono le isole (767mila), mentre Nord ovest, Nord est e Centro Quote contribuiscono con una quota di circa 600mila persone da ciascuna zona.
Napolitano: “Dal passato una lezione per il presente”
Quest’anno, il Rapporto Italiani nel Mondo è dedicato ai 150 anni dell’Unita d’Italia, durante i quali si sono sparsi per il mondo 30 milioni di persone, dai quali discendono tra i 60 e gli 80 milioni di oriundi. Una storia che secondo il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, deve essere di insegnamento.
“Da queste esperienze occorre trarre gli strumenti per una piu’ accurata lettura del fenomeno migratorio, soprattutto in rapporto ai flussi attuali, dal Sud al Nord del mondo, di cui siamo stati testimoni e in misura crescente destinatari e ai quali i recenti avvenimenti nei paesi del Nord Africa e del Medio Oriente hanno conferito un’indubbia accelerazione” scrive Napolitano in un messaggio inviato per la presentazione del rapporto “con l’auspicio che le vostre iniziative contribuiscano a reagire ad ogni forma di assuefazione e di indifferenza”.
“L’abbandono della propria terra – continua il Capo dello Stato – e’ sempre una scelta aspra e dolorosa. Il mio auspicio e’ che la lezione del passato possa tradursi in un insegnamento per il presente, rafforzando quell’antica attitudine all’accoglienza, all’asilo e alla solidarietà che appartiene ai valori autentici del nostro popolo”.
“Tutti i paesi autenticamente democratici, l’Unione Europea e la comunità internazionale – ribadisce il presidente della Repubblica – non possono sottrarsi al dovere di un’accoglienza solidale, in un quadro di regole che diano ordine ai flussi migratori e valgano a stroncare turpi traffici di esseri umani, anche attraverso modalità efficaci di cooperazione con i paesi di provenienza”.