Un terzo sono cittadini romeni. Il nuovo rapporto dell’ Osservatorio Romano sulle Migrazioni
Roma – 11 febbraio 2009 – Sono 404.400, tra cittadini comunitari ed extraue, gli immigrati regolari che vivono tra Roma e provincia. Un dato sensibilmente più alto dei 320mila residenti contati dall’Istat, dal momento che vi rientrano anche quanti non sono ancora registrati nelle anagrafi dei comuni.
La stima è contenuta nel quinto Rapporto dell’Osservatorio Romano sulle Migrazioni, promosso dalla Caritas diocesana di Roma in collaborazione con la Provincia e la Camera di Commercio di Roma, presentato questa mattina.
Rimanendo ai dati Istat, i cittadini stranieri residenti nella Provincia di Roma hanno raggiunto, al 1° gennaio 2008, le 321.887 unita’, 43.347 in piu’ rispetto all’anno precedente, con un aumento del 15,6%, di poco inferiore a quello medio rilevato in Italia (16,8%).
Dal rapporto emerge che l’incremento delle presenze straniere per il Comune di Roma e’ stato molto piu’ basso (+9,5%), la crescita, quindi, ha coinvolto soprattutto i Comuni della Provincia. L’incidenza sul totale della popolazione ha raggiunto il 7,9%, percentuale al di sopra della media nazionale (5,8%) e, oltretutto, superata in diversi Comuni.
I romeni, così come anche a livello nazionale, sono diventati il primo gruppo di immigrati per numero di residenti nella Provincia di Roma con 92.258 unità, quasi un terzo dei residenti stranieri complessivi. Subito dopo i romeni, però, i più numerosi non sono albanesi, marocchini e cinesi, come accade nella media statistica nazionale, bensì una comunità asiatica, quella dei filippini (8% del totale), e un’altra comunità europea comunitaria, quella dei polacchi (5,6%).
I minori di cittadinanza straniera in tutta la Provincia sono 64.539, 45.524 dei quali nati in Italia. Questa seconda generazione, evidenzia il rapporto, necessita di un riconoscimento adeguato, tanto sul piano culturale, con la rimodulazione del sistema educativo, dei programmi e della didattica (e anche con una maggiore apertura alle culture di origine), tanto sul piano giuridico (con particolare riguardo all’acquisizione della cittadinanza italiana).
Dal punto di vista economico, "i lavoratori stranieri incidono per l’8,7% sull’occupazione complessiva (due punti in piu’ rispetto alla media nazionale) con uno straordinario tasso di attivita’ (75,1%)". La maggior parte di loro e’ impiegata nel settore dei servizi, del commercio e dell’edilizia, con alcune differenze tra i diversi gruppi culturali. Infatti, se marocchini, cinesi e bangladesi sembrano piu’ dediti al commercio, romeni, polacchi, moldavi e albanesi sembrano prediligere le costruzioni.
Anche tra gli imprenditori stanieri, inoltre, la Caritas registra un certo dinamismo nelle attivita’ delle costruzioni (4.000) e in quelle commerciali (7.000), che sono servite a "ridare dinamismo a diverse zone urbanistiche, e hanno contribuito a una maggiore sicurezza urbana".
"Senza negare che un fenomeno cosi’ articolato possa comportare anche difficolta’, i dati attestano che l’immigrazione e’ una leva fondamentale per programmare il futuro e, come tale, condizionera’ sempre piu’ il Comune e la Provincia di Roma" suggerisce l’Osservatorio.
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Osservatorio Romano sulle Migrazioni V RAPPORTO (Sintesi)