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8 MARZO: ANCHE DONNE MUOIONO DI LAVORO, 1 OGNI 3 GIORNI/ANSA

40% LASCIA DOPO INFORTUNIO, UNA MALATTIA SU CINQUE E’ DONNA
ROMA
(ANSA) – ROMA, 7 MAR – Gli incidenti sul lavoro sono un fenomeno ancora prevalentemente maschile, ma il fenomeno è in ascesa tra le donne, sia perché è aumentato il tasso di occupazione femminile sia per il sempre più frequente ingresso delle donne in settori ad alto rischio di infortuni: ogni anno 120 lavoratrici perdono la vita, in pratica una ogni tre giorni. I dati, dell’Inail, sono stati resi noti oggi dall’Inca Cgil nel corso di un incontro in occasione dell’8 marzo. DONNE E UOMINI – Gli incidenti sul lavoro sono una piaga che investe donne e uomini in modo diverso. Se è vero che gli uomini sono più esposti (l’incidenza di rischio, cioé la possibilità di incorrere in un infortunio, per un lavoratore è del 51,75%, per una lavoratrice il 26,05%), sulle donne però ricadono, quando non sono esse stesse vittime, effetti egualmente devastanti perché, come vedove, devono rimboccarsi le maniche e far fronte alle necessità della famiglia. L’Inca Cgil ricorda che in Italia ogni anno muoiono 1.400 persone a causa di incidenti sul lavoro, e il 7,7% è di sesso femminile. Complessivamente gli infortuni denunciati, che sono oltre 900 mila all’anno, costano alla comunità oltre 50 miliardi di euro tra risarcimenti e indennizzi. INCIDENTI, UNO SU 4 A DONNE – Nel solo triennio 2003-2005, le donne vittime di incidenti sono state il 24,5% del totale; anche nel settore industriale, dove è femmina solo il 23% degli occupati, la quota degli incidenti alle donne è comunque significativa (10,4%). La più alta percentuale di infortuni subiti da donne si registra nell’Italia centrale (27,1%), segue il Nord (24,5%) e il Sud (21,4%). Quanto all’età, gli incidenti sono frequenti soprattutto tra le lavoratrici comprese fra 26 e 49 anni. MALATTIE PROFESSIONALI – Ogni anno vengono denunciati all’Inail circa 26 mila casi di malattie professionali. Le donne, con quasi 6 mila denunce annuali, raggiungono il 21,8% del totale. E’ il settore agricolo quello con la più alta presenza di donne colpite da malattie professionali. Le malattie più frequenti nelle donne sono tendiniti e sindrome del tunnel carpale, negli uomini la sordità e le malattie dell’apparato respiratorio. CRESCONO INFORTUNI LAVORATRICI STRANIERE – L’ingresso crescente di lavoratrici immigrate nel mercato italiano fa registrare un aumento del fenomeno degli infortuni sul lavoro. Dal 2001 al 2004, le lavoratrici straniere sono raddoppiate, passando da 10 mila a 20 mila. QUASI UNA SU DUE LASCIA DOPO INCIDENTE – Secondo i dati del patronato, circa il 40% delle donne infortunate smette di lavorare dopo un incidente. Troppo spesso, pur restando al lavoro, vengono adibite a mansioni non del tutto compatibili con la menomazione subita. Gravi le conseguenze anche sulla vita privata: secondo i dati di un’indagine a campione dell’Anmil, una donna su 5 in media dichiara l’abbandono del compagno dopo l’infortunio; e nel periodo successivo, il 60% delle donne intervistate con un’età inferiore ai 50 anni si è separato. LE PROPOSTE DI INCA CGIL – Per una migliore tutela, il patronato chiede di: riconoscere il diritto all’indennizzo Inai anche alle coppie di fatto; garantire ai figli minori e studenti la stessa percentuale di rendita Inail prevista per il cniuge superstite (50%); assicurare che l’indennizzo Inail non sia inferiore alla retribuzione del lavoratore deceduto; aumentare il fondo nazionale per le vittime nei luoghi di lavoro, che attualmente ha una dotazione finanziaria di 2,5 milioni di euro, una somma che – sottolineano – basta a malapena ad assicurare a ciascuna vittima una somma una tantum variabile da un minimo di 1.500 a un massimo di 2.500 euro. (ANSA).
AB/ S0B S04 QBXI

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