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8 per mille. “Ancora una beffa, niente soldi per i rifugiati”

Il Consiglio Italiano per i rifugiati e altre associazioni denunciano l’azzeramento del fondo alimentato dai contribuenti. “Il permesso di soggiorno non basta, servono i mezzi per vivere in maniera autonoma e degna”

Roma – 31 gennaio 2013 – I soldi dell’’8 per mille che i contribuenti scelgono di destinare allo Stato andrebbero utilizzati “per interventi straordinari per fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione di beni culturali”.

Qualche giorno fa il governo ha però comunicato che il Fondo Otto per Mille 2012, in tutto 181 milioni di euro, ha “subito diverse decurtazioni sino ad essere completamente azzerato”. La maggiore delle decurtazioni è quella di “64 milioni per la flotta aerea della protezione civile (decreto-legge n. 98 del 2011)”.  

È una “beffa di Stato”,  denunciano oggi con “profonda indignazione” il Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR) e molte altre associazioni che assistono chi scappa da guerre e persecuzioni per cercare protezione in Italia. “È il secondo anno consecutivo – fanno notare – che il fondo viene azzerato. È ormai utilizzato come un piccolo “tesoretto” nelle mani del governo di turno”.

“È paradossale – scrivono le associazioni in una nota – questo cambiamento d’uso. Una vera beffa, di fronte ai contribuenti IRPEF ma anche di fronte agli Enti locali ed associazioni che vengono formalmente invitati ogni anno dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri a presentare progetti articolati e documentati entro il 15 marzo per poi sapere 10 mesi dopo che si è trattato solo di uno scherzo”.

Rimarranno quindi a secco progetti che tra le altre cose volevano favorire l’inserimento lavorativo e l’autonomia alloggiativa, garantire cure mediche specifiche per le persone vulnerabili, facilitare il ricongiungimento familiare. Strumenti per superare la situazione di abbandono e degrado in cui versano richiedenti asilo e rifugiati in Italia  raccontata recentemente anche dalla stampa internazionale e che ha visto fa morire qualche giorno, nel rogo del sottopassaggio in cui dormivano a Roma, anche due giovani somali.

Le associazioni chiedono al Governo di utilizzare l’8 per mille come prevede la legge, ripartendolo in maniera “stabile ed equa tra le diverse aree”. E di essere coinvolte nell’elaborazione del regolamento che dovrebbe fissare quote percentuali minime da destinare ai vari interventi.

“Ci domandiamo – concludono – quando comincerà ad essere presa seriamente la questione della protezione dei rifugiati, persone costrette a fuggire dal loro paese e a rimanere nel nostro. Dare protezione non significa solo dare un permesso di soggiorno che, deve essere ricordato, costringe i rifugiati a rimanere in Italia e non gli permette di vivere in nessun altro Paese europeo, ma dare anche mezzi per vivere in maniera autonoma e degna nel nostro Paese”.
 

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