Roma – 26 gennaio 2015 – A partire dalle primavere arabe, fino al picco di sbarchi e di persone soccorse nel Mediterraneo registrato nello scorso anno, in Italia è cresciuta la spesa pubblica per garantire l'accoglienza dei profughi. Quei soldi sono stati spesi bene? Come potrebbero essere spesi meglio?
É fondamentalmente per rispondere a queste due domande che all'inizio di gennaio, presso il Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’Interno, è stato costituito un gruppo di studio composta da esperti indipendenti. Dovrà elaborare, spiega il decreto istitutivo, un documento che valuti “l'impatto, in termini di analisi costi-benefici, prodotto dagli investimenti pubblici effettuati in favore del sistema di accoglienza nazionale”.
In particolare, il Viminale vogliano che siano approfonditi tre punti chiave: “Valutazione dell’attuale e particolare fenomeno migratorio e prospettive future; Valutazione e quantificazione degli investimenti pubblici diretti ed indiretti con relativa analisi dei costi/benefici; Identificazione di “buone pratiche” per il miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia del sistema dell' accoglienza”.
Il gruppo verrà cooordinato da Antonio Golini, ordinario di Demografia all'Università La Sapienza di Roma. Questi gli altri membri: Stefano Costa, Istat; Aly Baba Faye, Sociologo; Enzo Maria Le Fevre Cervini, Università LUISS Roma; Luca Pacini, ANCI; Paolo Pinotti, Università Bocconi Milano; Chiara Tronchin, Fondazione Leone Moressa; Andrea Facchini, Regione Emilia Romagna.
La partecipazione al gruppo è gratuita e i suoi lavori dovranno terminare entro il 30 giugno 2015.