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Accordo di integrazione. Per lo Sportello Unico più lavoro, meno lavoratori

Il SUI di Roma si prepara alla novità: “Richiederà da subito uomini e mezzi”. Intanto però perde quasi la metà degli operatori. “Ce la possiamo fare, ma solo se non arrivano nuovi flussi o regolarizzazioni…”

 

Roma – 20 gennaio 2012 – L’accordo di integrazione? Allo Sportello Unico per l’Immigrazione di Roma si preparano a gestirlo, ma sperano che intanto non arrivino nuovi flussi o una regolarizzazione. Sarebbe infatti difficilissimo, per un ufficio dove si sta dimezzando il personale, aprire nuovi fronti.

La rivoluzione decisa dal passato governo scatterà  il prossimo dieci marzo. Da quel giorno, tutti i nuovi immigrati dovranno firmare un accordo in cui si impegnano a rigare dritto e a raggiungere determinati obiettivi, come la conoscenza base della lingua italiana. Dopo due anni, si verificherà se hanno conquistato il diritto di rimanere in Italia.

Il grosso del lavoro, per gli uffici, inizierà nel 2014, ma anche nei prossimi mesi l’impegno sarà notevole. “Innanzitutto, dovremo dedicare tempo e personale alla firma del contratto, che non è una semplice formalità. Al cittadino straniero dovremo spiegare bene l’ impegno che sta prendendo, ma dovremo anche verificare più informazioni rispetto a quanto non facciamo oggi con le procedure di primo ingresso” spiega il viceprefetto Fernando Santoriello, responsabile del SUI di Roma.

Entro tre mesi dalla firma, l’immigrato verrà riconvocato dallo Sportello Unico per frequentare una sessione obbligatoria di “formazione civica e di informazione sulla vita in Italia”. Al Viminale stanno preparando un  mini-corso multimediale di mezza giornata, tradotto in più lingue, da seguire al computer. Altra grana organizzativa, specialmente nelle province con più immigrati.

“Noi – calcola il dirigente – dovremo organizzare sessioni per ottanta persone al giorno. Non abbiamo sale multimediali con tutti quei computer, quindi probabilmente dovremo noleggiarle. Inoltre dovremo distaccare dei lavoratori dello Sportello Unico per prendere le presenze e sovrintendere alla svolgimento della lezione”.

Per gestire una novità così importante arriveranno rinforzi? Per ora, sembra che si vada nella direzione opposta. Al Sui di Roma oggi lavorano nove dipendenti del Viminale a tempo indeterminato, una ventina di precari che, salvo ulteriori proroghe,  “scadranno“ a fine giugno e sette mediatori culturali. Fino al 31 dicembre c’erano anche diciassette lavoratori del Formez, ai quali però non è stato rinnovato il contratto (“mancano i fondi”) e alla stessa sorte si avviano, entro la fine febbraio, i mediatori.

I tagli alle risorse umane hanno già costretto il SUI a riorganizzare il lavoro  e i rapporti con il pubblico, prevedendo solo incontri per appuntamento, anche per le informazioni. Ora si rischia di affrontare l’accordo di integrazione con il personale quasi dimezzato rispetto allo scorso anno.

È possibile? “Per ora, sforzandoci al massimo, ce la possiamo fare, ma solo perché abbiamo quasi finito il lavoro con la regolarizzazione del 2009 e con i flussi del 2010 e non abbiamo arretrati  su ricongiungimenti e test di italiano per la carta di soggiorno” risponde Santoriello. E se arrivassero nuovi flussi d’ingresso o una regolarizzazione? “Nelle condizioni attuali – ammette – sarebbe davvero molto difficile da gestire ogni carico di lavoro aggiuntivo”.

Elvio Pasca

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