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Accordo raggiunto tra Italia e Libia

Maggiore collaborazione per fermare i clandestini. Berlusconi a Bengasi Roma – 30 agosto 2008 – La Libia rafforzerà il pattugliamento delle sue coste, anche in collaborazione con i militari italiani, per fermare alla partenza i viaggi della speranza. L’Italia le fornirà tecnoogia radar e satellitare per controllare i confini meridionali, attraverso i quali arrivano migliaia di uomini e donne dell’africa susahariana per imbarcarsi sulle carrettte del mare.

Sono due punti del capitolo “immigrazione” del ben più vasto “Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione”  tra Tripoli e Roma, che sarà firmato oggi a Bengasi dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e dal leader libico Muammar Gheddafi.

La tappa finale di una trattativa durata decenni è stata preparata a Roma negli ultimi giorni dal lavoro febbrile delle delegazioni dei due Paesi. Molti degli aspetti più tecnici dell’intesa non sono stati però definiti, compito che sarà affidato nei prossimi mesi ad alcune commissioni di esperti.

Il trattato,  ha detto ieri Berlusconi in un’intervista al quotidiano libico Oya, permetterà di ”voltare pagina rispetto al passato coloniale” italiano in Tripolitania e Cirenaica con una serie di compensazioni di ”diversi miliardi dollari”.

All’Italia la firma dovrebbe costare cinque miliardi di dollari, spalmati in 25 anni. Serviranno a costruire case, sminare alcune zone del Paese nordafricano e soprattutto per realizzare una grande autostrada costiera che attraversi tutta la Libia, dalla Tunisia all’Egitto. Tornerà in Libia anche la “Venere di Cirene”, una statua antica portata a Roma dagli archeologi italiani, che l’avevano dissotterata nel 1913.

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