Roma, 9 novembre 2012 – Una direttiva dell'Unione europea per concedere il diritto di voto nelle elezioni amministrative ai cittadini stranieri stabilmente residenti nei Paesi membri.
E' la richiesta che viene da Palermo dove le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani sono impegnate in una quattro giorni sul tema del lavoro e dell'immigrazione in Europa. Sono circa 20 milioni gli immigrati non comunitari legalmente residenti in Europa – ricordano le Acli – e oltre 3 milioni e mezzo in Italia, secondo l'Istat. Ma solo alcuni Paesi europei concedono il voto agli stranieri che non provengano dai Paesi membri. La Svezia dal 1975. La Danimarca dal 1981. L'Olanda dal 1985. La Norvegia dal 1993. E poi la Svizzera, l'Irlanda, il Belgio e il Lussemburgo. In altri Paesi, tipo la Francia, la questione e' dibattuta da decenni.
In altri ancora, l'Italia tra questi, "e' forte l'azione di ostruzionismo da parte di alcune forze politiche", affermano le Acli, che con altre organizzazioni della societa' civile sostengono la campagna 'L'Italia sono anch'io', per il riconoscimento della cittadinanza ai figli degli stranieri che nascono in Italia e il voto alle elezioni amministrative agli immigrati stabilmente residenti.
"E' tempo di costruire finalmente una politica comune europea sul tema dell'immigrazione – afferma il presidente nazionale delle Acli, Andrea Olivero – che porti i singoli Paesi a favorire l'integrazione sociale e il riconoscimento dei diritti dei cittadini migranti, a partire dal lavoro e dalla cittadinanza. Le istituzioni europee stanno tentando da tempo di realizzare a questo scopo un'armonizzazione delle normative e degli strumenti di intervento. Ma fino ad oggi gli Stati dell'Unione hanno coniugato la questione immigrazione soprattutto sul piano della sicurezza, allontanando di fatto il raggiungimento dei diritti di cittadinanza".