Contratti in nero o per somme più basse. Indagine del Sunia: “Proprietari evadono 1 miliardo di euro l’anno” Roma – 13 luglio 2009 – Contratti di locazione regolare, ma anche condizioni uguali a quelle degli inquilini italiani, sono ancora un miraggio per gli immigrati. Lo dimostra un’indagine svolta dal Sindacato nazionale inquilini e assegnatari (Sunia) tra mille famiglie straniere, un campione dei 4 milioni di immigrati che, secondo il sindacato, vivono in affitto.
Nell’85% dei casi, gli intervistati hanno un contratto non registrato o registrato per una cifra inferiore a quella versata (in 9 casi su 10 un terzo della cifra reale). I proprietari, in questo modo, evaderebbero oltre un miliardo di euro di tasse ogni anno.
Nel 70% dei casi, gli inquilini stranieri hanno un reddito inferiore a 15mila euro l’anno, eppure denunciano di pagare canoni superiori fino al 30-50% rispetto a quelli ordinari. Un esborso ancora più grave se si considera che spesso riguarda appartamenti fatiscenti e non in regola con le norme di impiantistica, o spese condominiali che andrebbero accollate ai proprietari.
Gli affitti sono anche terreno fertile per le discriminazioni, si va dai proprietari che non danno casa agli stranieri, a quelli che chiedono garanzie maggiori, come più mesi di caparra op una fidejussione bancaria. Se l’inquilino non ha il permesso di soggiorno, i proprietari chiedono più soldi per i rischi che si accollano, alla luce della nuova legge che colpisce chi dà casa a un irregolare.
Secondo il Sunia il mercato nero o grigio degli affitti agli stranieri riguarda circa 600.000 appartamenti ”Circa 3,5 miliardi di euro imponibili ogni anno – sottolinea il sindacato – sfuggono al fisco per un’imposta corrispondente evasa superiore al miliardo di euro, più di quanto stanziato una tantum per il piano casa dalla legge 133/2008, fondi che peraltro sono stati bloccati e giacciono inutilizzati”.
EP