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“Aiuti all’Africa, stop a guerre e armi”, così Grillo vuole fermare migranti e profughi

Sul suo blog il leader del Movimento 5 Stelle lancia la proposta di un “Piano Merkel” per lo sviluppo dei Paesi d’Origine. E scrive che il flusso di profughi “è figlio delle nostre guerre e delle nostre armi”

 

 

Roma – 28 agosto 2015 – Più aiuti allo sviluppo dell’Africa, stop alla produzione di armi e basta ”ingerenza occidentale” in Medio Oriente e sulla sponda sud del Mediterraneo. È così che secondo Beppe Grillo si fermerà “la migrazione biblica” di migranti e profughi verso l’Europa. 

“Non la fermeranno i carri armati, né i fili spinati o l’affondamento dei barconi. Non è arrivata all’improvviso” accusa oggi sul suo blog il leder del Movimento 5 Stelle. E aggiunge che l’”Ue e i vari governi nazionali” sembrano sempre “cadere dal pero e strumentalizzano la situazione come se loro non fossero la causa prima del problema”. 

“Ora – sottolinea Grillo – si mette in discussione il regolamento di Dublino, solo ora si chiede di accelerare le procedure di riconoscimento dei profughi. Misure che il M5S ha chiesto da tempo venendo sbeffeggiato o ignorato o accusato di razzismo. Merkel e Hollande finora dove stavano? Su Marte?”.

Il leader del Cinque Stelle invoca allora “azioni coraggiose, nuove e di lungo termine”. Innanzitutto, spiega, “è obbligatorio dare a queste persone delle migliori opportunità di vita nelle loro nazioni con investimenti mirati (sanità, infrastrutture, delocalizzazione di aziende produttive) con un nuovo Piano Marshall che potremmo attualizzare in “Piano Merkel” finanziato con una quota dei Pil nazionali da destinare all’Africa con una Commissione di controllo”.

“Altre azioni – aggiunge Grillo – sono l’eliminazione della produzione di armi (l’Italia è la quinta produttrice mondiale) e la fine dell’ingerenza occidentale con missioni di pace e subordinazione totale agli interessi americani nel Mediterraneo e in Medio Oriente. Il flusso dei profughi da Afghanistan, Siria, Iraq e dalla Libia è figlio delle nostre guerre e delle nostre armi. E’ ora di farsi un esame di coscienza.

 

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