I 28 capi di stato e di governo indicano le “priorità immediate”. Hotspot per disinguere profughi da migranti operativi entro novembre
Bruxelles – 24 settembre 2015 – Aiutare i profughi prima che arrivino in Europa, nei Paesi vicini alle aree di crisi. Rafforzare i controlli alle frontiere dell’Ue. Identificare nei cosiddetti “hotspot”chi ha diritto all’asilo e chi no, accogliendo e ricollocando i primi in tutta l’Ue e rimpatriando gli altri.
Sono le direttrici principali definite ieri sera dai capi di stato e di governo dell’Ue per affrontare la “crisi senza precedenti in materia di migrazione e rifugiati che stiamo vivendo”. Il consiglio europeo informale convocato a Bruxelles ha definito “una serie di priorità immediate” e discusso su come “conseguire soluzioni sostenibili nel lungo periodo”.
“Abbiamo riconosciuto tutti – si legge nel documento conclusivo del vertice – che non esistono soluzioni facili e che questa sfida può essere gestita soltanto lavorando insieme, in uno spirito di solidarietà e di responsabilità. Nel frattempo dobbiamo tutti sostenere, applicare e attuare le norme esistenti, compreso il regolamento Dublino e l’acquis di Schengen”.
I 28 invitano istituzioni Ue e governi nazioni ad “agire rapidamente”, con “decisioni operative sulle questioni più urgenti prima del Consiglio europeo di ottobre, secondo i seguenti orientamenti:
-far fronte alle urgenti esigenze dei rifugiati nella regione aiutando l‘Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, il Programma alimentare mondiale e altre agenzie con almeno un ulteriore miliardo di euro;
-assistere il Libano, la Giordania, la Turchia e altri paesi nell’affrontare la crisi dei rifugiati siriani, anche aumentando sostanzialmente il Fondo fiduciario regionale dell’UE in risposta alla crisi siriana (“Fondo Madad”);
-intensificare il dialogo con la Turchia a tutti i livelli, anche in occasione della prossima visita del presidente turco (5 ottobre), al fine di rafforzare la nostra cooperazione in materia di contenimento e gestione dei flussi migratori;
–assistere i paesi dei Balcani occidentali nella gestione dei flussi di rifugiati, anche attraverso gli strumenti di preadesione, nonché garantire una rapida e solida preparazione della conferenza sulla rotta dei Balcani occidentali (8 ottobre);
-aumentare il finanziamento del Fondo fiduciario di emergenza per la stabilità e la lotta contro le cause profonde della migrazione irregolare e del fenomeno degli sfollati in Africa attraverso ulteriori contributi degli Stati membri e assicurare una preparazione ottimale del vertice della Valletta (11-12 novembre) al fine di conseguire i più ampi progressi;
-affrontare la drammatica situazione alle nostre frontiere esterne e rafforzarvi i controlli, anche attraverso risorse aggiuntive per Frontex, EASO e Europol nonché con personale e attrezzature forniti dagli Stati membri;
-dar seguito alle richieste degli Stati membri in prima linea di ricevere l’assistenza delle istituzioni, delle agenzie e di altri Stati membri per garantire l‘identificazione, la registrazione e il rilevamento delle impronte digitali dei migranti [Punti di crisi (Hotpoint ndr.)], e nel contempo assicurare la ricollocazione e i rimpatri, al più tardi entro novembre 2015;
-rafforzare il finanziamento del Fondo di emergenza Asilo, migrazione e integrazione e del Fondo Sicurezza interna – Frontiere”.
Il Consiglio Ue chiede anche un intervento internazionale a guida Onu in Siria per porre fine alla guerra e in Libia per arrivare alla formazione di un governo di unità nazionale in Libia.
“Gli orientamenti concordati in data odierna – aggiungono i 28 – devono essere integrati con il recepimento e l’attuazione, da parte degli Stati membri, delle norme del sistema comune di asilo. In tale contesto è importante creare le condizioni che consentano a tutti gli Stati membri di partecipare pienamente al sistema di Dublino”.
“Esortiamo le istituzioni, le agenzie e gli Stati membri ad accelerare i lavori su tutti gli aspetti della crisi migratoria. La Commissione – conclude il documento – presenterà proposte di mobilitazione del bilancio dell’UE a sostegno di tali orientamenti. Gli Stati membri le integreranno con i loro contributi”.
Il prossimo appuntamento per parlare della “ sfida della migrazione” sarà il Consiglio europeo di ottobre.