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Al via le celebrazioni del Durga Puja

Tre giorni di festeggiamenti, preghiere e danze per gli induisti di Roma. L’ok del Comune dopo tante di polemiche

 

Roma – 8 ottobre 2008 – Al via oggi i festeggiamenti ‘romani’ di Durga Puja, la più importante festività degli induisti – bengalesi, indiani, pakistani. Avrà inizio stasera alle 19, ai giardini di piazza Vittorio, dove terminerà il 10 ottobre.

Il culto della dea Durga (puja significa culto) si celebra dal sesto al decimo giorno di luna piena nel mese di Ashvin, che è il sesto mese del calendario induista. A volte, a causa di uno sfasamento tra il ciclo lunare e i mesi solari, può anche essere posticipato e capitare nel mese seguente, Kartik, che nel calendario gregoriano corrisponde al periodo tra settembre e ottobre. In genere ci sono cinque giorni di festeggiamenti, durante i quali i bengalesi indossano i loro abiti di festa, pregano e danzano.

A organizzare le celebrazioni della dea Durga a Roma – dedicandole alle vittime dell’estremismo religioso nel mondo – ci ha pensato l’associazione Dhuumcatu. Ma il via ai festeggiamenti arriva dopo una sorta di braccio di ferro tra gli organizzatori e il Comune di Roma. L’autorizzazione all’utilizzo di piazza Vittorio è giunta solo ieri sera – giorno fissato per l’inaugurazione della festa -, in seguito a una serie di polemiche.

Inizialmente – con una decisione del 24 settembre – il Comune non concedeva l’area richiesta per la festa. Nel frattempo gli organizzatori si sono affidati all’impegno verbale del sindaco Alemanno di dare spazio ai fedeli induisti, che sarebbe stato preso in occasione della festa di fine Ramadan il 30 settembre. Non essendo arrivata un’autorizzazione scritta ‘Dhuumcatu’ ha fatto ulteriori richieste all’amministrazione capitolina. E dopo due tentativi di sgombero, bloccati dalle comunità immigrate presenti, ieri c’è stata la concessione di villa Gordiani – rifiutata dagli organizzatori che avevano già iniziato ad attrezzare l’area dei giardini di Piazza Vittorio.

Dopo numerose dispute, le polemiche relative al palco più grande di quello ammesso dalle disposizioni di legge, e uno scambio di accuse reciproche, è arrivata l’autorizzazione all’utilizzo dell’area richiesta, dalle 19 alle 23 del 8, 9 e 10 ottobre, con il divieto di cucinare, scambiarsi cibo, vendere prodotti di ogni genere. E con la raccomandazione di non trasgredire le regole imposte perché altrimenti “l’area non verrà più concessa”. L’ok invece per una giornata di danze, previste nella celebrazione di Durga Puja, che sarà quella di giovedì, 9 ottobre.

Oggi l’associazione ‘Dhuumcatu’ dichiara che non parteciperà materialmente ai festeggiamenti “in seguito alle gravi minacce subite in questi giorni da parte delle diverse amministrazioni locali – sia dalle forze dell’ordine sia dall’amministrazione civile”. “All’accusa che ‘bengalesi musulmani’ stiano strumentalizzato la religione induista – spiegano – è seguita la grave intimidazione di far chiudere tutte le attività, sociali e culturali, dell’associazione: ‘Se insistete a fare questa festa, vediamo come rimarrete in questo quartiere con le altre attività’”.

Chiariscono dunque che “non per paura di ritorsioni, ma per rispetto nei confronti della religione induista e dei fedeli iscritti alla nostra associazione, riteniamo inopportuna la nostra partecipazione all’evento, che potrebbe inficiare il clima di raccoglimento spirituale necessario alle celebrazioni”.

Dal Comune viene ribadito che le accuse di ‘intolleranza religiosa’ fatte dall’associazione ‘Dhuumcatu’ sono “assurde e del tutto infondate”. Dietro la titubanza nel concedere l’area richiesta ci sarebbe “il mancato rispetto dei termini concessi lo scorso anno, quando ci sono stati schiamazzi oltre le 23 e grande sporcizia lasciata dopo i festeggiamenti”.

A.I.

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