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Al Viminale un nuovo “Comitato per l’Islam italiano”

Creato da Maroni, sostituisce la Consulta. Pareri e proposte per le comunità musulmane

Roma – 11 febbraio 2010 – Nuove moschee, formazione degli imam, matrimoni misti  e divieto di burqa e niqab sono alcuni dei temi di cui si occuperà il “Comitato per l’Islam italiano”, costituito ieri al Viminale dal ministro dell’Interno Roberto Maroni.

Un organismo diverso dalla Consulta attiva con Pisanu e Amato, che secondo Maroni  “pretendeva di rappresentare il mondo islamico che in realtà non ha rappresentanti ufficiali. Io – ha spiegato il ministro due giorni fa – convoco semplicemente persone che conoscono quel mondo, hanno un atteggiamento positivo, sono ben integrati e possono fornire idee e proposte. Si tratta quindi di un Consiglio che discute con me di vari temi”.

Del Comitato fanno parte esponenti di organizzazioni e comunità islamiche in Italia, docenti di diritto musulmano e dei paesi islamici, di diritto ecclesiastico, giornalisti e scrittori esperti della materia, che si riuniranno almeno tre volte l’anno e saranno divisi in sottogruppi per dedicarsi ai singoli temi in agenda. Sarà un organo consultivo che, chiarisce il Viminale, “esprimerà anche pareri e proposte su specifiche questioni indicate dal Ministro con l’obiettivo di migliorare l’inserimento sociale e l’integrazione delle comunità musulmane nella società nazionale, anche nell’ottica di sviluppare la coesione e la condivisione di valori e diritti nel rispetto della Costituzione e delle leggi della Repubblica”.

“Sono felice che si riprenda il lavoro sull’Islam avviato negli anni passati. Il fatto che questo sia un comitato per l’ Islam ‘italiano’ e per l’ islam ‘in Italia’ mi sembra già un passo avanti importante” dice uno dei componenti, Ejaz Ahmed, mediatore culturale e direttore del giornale dei pakistani in Italia Azad.

“Senza togliere nulla all’autenticità dell’islam e sulla scia di quanto succede in altri paesi, come ad esempio la Turchia, dobbiamo lavorare alla formazione di un Islam italiano, con musulmani moderni e democratici che accettino i valori della Costituzione e partecipino alla società civile. È un’operazione – sottolinea Ahmed – in cui non bisogna lasciare spazio alle forze integraliste”.

Grande assente al tavolo convocato da Maroni è l’Unione delle Comunità ed Organizzazioni Islamiche in Italia (Ucoii), spesso criticata per le sue posizioni ed esclusa, ha detto lo stesso ministro dell’Interno, perché non avrebbe un “atteggiamento positivo”.

Ahmad Alessandro Paolantoni, segretario dell’UCOI, non commenta l’esclusione (“bisognerebbe chiederlo a Maroni” dice a Stranieriinitalia.it), ma ribadisce che “questa non è la Consulta, ci sono anche due professori italiani non musulmani, quindi il paragone non è appropriato. L’esperienza avviata da Pisanu è stata utile, ma l’attuale ministro ha pensato di non proseguirla”.

“La nostra posizione – sottolinea però Paolantoni – non è negativa, guardiamo con interesse a questo nuovo organismo, anche se non rappresenta i musulmani in Italia, quello che deciderà è importante per tutti i musulmani. Ben venga quindi quanto di buono per i musulmani potrà uscirne”.

I 19 componenti del “Comitato per l’Islam italiano” sono: Mario Scialoja, ex ambasciatore e Direttore della Sezione Italiana della Lega Musulmana Mondiale; Ejaz Ahmed giornalista direttore di Azad e mediatore culturale; Gulshan Jivraj Antivalle, presidente della Comunità ismaelita italiana (e unica donna del Comitato); Guido Bolaffi, esperto in immigrazione; Yahia Pallavicini, vicepresidente della Comunità Reiligiosa islamica (Co.Re.Is); Mustapha Mansuri, segretario Confederazione dei marocchini in Italia; Gamal Buchaib, presidente della consulta degli stranieri de L’Aquila e membro dell’ associazione dei Musulmani moderati; Mohammad Ahmad, giornalista di La9; Carlo Panella, giornalista de "L’Occidentale"; Andrea Morigi, giornalista di Libero; Abdellah Redouane, direttore del centro islamico culturale d’Italia (Moschea di Roma); Abdellah Mechnoune, imam di Torino e ambasciatore della Pace per le Nazioni Unite; Khaled Fouad Allam, docente di sociologia del mondo musulmano e di storia e istituzoni dei paesi islamici all’ università di Trieste; Mario Cicala, consigliere della Corte di Cassazione; Paolo Branca, docente Sciemnze Religiose all’Università Cattolica di Milano; Ahmad Habous, docente di Antropologia all’Università Orientale di Napoli; Massimo Introvigne, fondatore del Centro Studi sulle nuove religioni; Gianmaria Piccinelli, docente di Diritto Musulmano e dei Paesi Islamici alla Seconda università di Napoli; Alessandro Ferrari, docente di diritto ecclesiastico e canonico all’Università dell’Insubria.

Elvio Pasca

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