Ritardi, folla, sporcizia e disservizi. "Andavo ad Ancona, mi hanno fatto sbarcare a Bari"
Roma – 26 agosto 2010 – L’Albania è a due passi dall’Italia? È vero fino a un certo punto. Lo dicono le testimonianze dei tanti albanesi che ritornano stanchi da viaggi in traghetto molto più lunghi del previsto, a volte in navi sovraffollate di gente, sporche e con servizio scadente a bordo. C’è stato perfino un caso di cambio di rotta: il traghetto della linea Durazzo – Ancona, un attimo prima dell’imbarco, ha deciso di cambiare destinazione ed ha fatto Durazzo – Bari.
La situazione negli ultimi giorni si è aggravata a tal punto che l’Ufficio per la tutela dei consumatori, ZMK (Zyra për Mbrojtjen e Konsumatorëve) in Albania ha chiesto al ministro dei Trasporti Olldashi di prendere misure urgenti contro “le linee di navigazione che collegano Durazzo con i porti italiani di Bari e Ancona che abusano con i passeggeri albanesi”.
Lo ZMK denuncia “la situazione critica creata dalle compagnie del trasporto marittimo con le rappresentanze albanesi "Did Shiping", "Ilion Lines", "Kad", "Duni", "Adria", "San Nikolla","Europian Sejës" e "Rigel" con i loro traghetti "Rigel", "Apollonia", "Jonis", “Azzurra", "Arbëria", "Toscana"”, che “abusano in qualsiasi modo, trattando di fatto i passeggeri albanesi come consumatori di serie B”.
Lo ZMK elenca una serie di disservizi documentati di queste compagnie. Ritardi fino ad 48 ore come il caso del traghetto della linea Ancona – Durazzo che il 2 agosto ha trattenuto i passeggeri a bordo fermo al porto per 48 ore prima di partire. “La protesta dei passeggeri ben presto tramutò in mini-rivolta che finì con tanti accompagnati al commissariato e tanti che non partirono affatto senza avere nemmeno un rimborso dei biglietti”.
Il 22 agosto, “circa 600 passeggeri della Adria Ferries sono stati portati a Bari invece che ad Ancona come prevedevano i biglietti che avevano comprato”. Per non parlare del servizio ristorante che lascia a desiderare, dell’igiene scarsa, delle cabine in condizioni pietose e della sporcizia che regna dappertutto. Tutto questo a tariffe altissime, che secondo lo ZMK, ultimamente “sono aumentate molto di più che per le altre tratte del Mediterraneo”.
Le testimonianze
Nella stessa direzione vanno anche le testimonianze di alcuni passeggeri che hanno contattato Bota Shqiptare, il giornale degli albanesi in Italia, per denunciare le loro avventure del viaggio in traghetto.
Brikena K. racconta di ore di ritardo sia all’andata come al ritorno, “e come se non bastasse, abbiamo viaggiato in traghetti stracolmi di gente, sporchi, con mancanza totale di servizi ed informazioni a bordo”. Della sua cabina, “pagata per una ‘extra’, perché erano rimaste solo quelle”, dice che “il bagno era in condizioni tali che facevi bene a non usarlo, il divano vecchio e sporco che avevi paura ad appoggiare anche solo le borse”. Mentre i corridoi e la hall “erano tappezzati da famiglie intere sdraiate per terra, al punto che non sapevi devo mettere i piedi”.
Lamenta un viaggio ancora peggiore Spiro P., che era fra quelli che al ritorno dall’Albania, invece che ad Ancona sono stati portati a Bari. “Non volevo accettare ma non avevo scelta. Ho chiesto spiegazioni, ho chiamato anche l’Ambasciata italiana a Tirana, essendo ormai anche cittadino italiano. Mi hanno risposto che per ragioni tecniche il traghetto non poteva andare ad Ancona. Ma come? Fino a Bari si, ma ad Ancona no? Ma dopo tutto, il segretario dell’Ambasciata mi ha detto chiaramente che non potevano fare nulla, che era una questione di business, in cui non poteva intervenire”.
Alla fine, come altri 600, Spiro ha dovuto sbarcare a Bari, allungando così di molto il viaggio in macchina fino a Porto San Giorgio dove vive. “Si, mi hanno rimborsato parte del biglietto, perché per Bari costa meno che per Ancona. Ma i soldi della benzina, del pedaggio autostradale, insomma il viaggio in macchina chi me lo rimborsa? Nessuno!”.
L’Albania è a due passi dall’Italia? Non per chi, come Brikena e Spiro, ha dovuto fare questi viaggi.
Keti Bicoku
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