Roma 21 febbraio 2014 – Tra gli esponenti del nuovo governo guidato da Matteo Renzi il mondo dell’immigrazione terrà probabilmente d’occhio soprattutto Angelino Alfano, Giuliano Poletti e Federica Mogherini.
Il ministero dell’interno, da cui dipende la Polizia di Stato, è impegnato sul fronte del contrasto dell’immigrazione irregolare, si occupa delle espulsioni e gestisce i CIE. Gestisce però anche quasi tutta la burocrazia dell’immigrazione regolare, dai rilasci e rinnovi dei permessi di soggiorno a ricongiungimenti familiari e richieste per cittadinanza. È presente sul territorio grazie a Questure e Sportelli Unici per l’Immigrazione.
Il ministero degli Esteri, che ha sede alla Farnesina, è incaricato di tessere e gestire i rapporti con i Paesi d’origine degli immigrati e attraverso la rete dei consolati è il front office dell’Italia nel mondo, come sa chiunque deve chiedere un visto d’ingresso per il nostro Paese. Con i progetti della cooperazione internazionale interviene nei Paesi in via di sviluppo.
Il ministero del Lavoro programma gli ingressi per lavoro in Italia in base al fabbisogno di imprese e famiglie. In questi ultimi anni, a fronte della crisi economica, ha scelto di frenare i nuovi arrivi anche per tutelare i tanti immigrati che hanno perso il lavoro. Gestisce poi interventi, fondi e progetti dedicati all’integrazione ed è il ministero di riferimento per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati.
Manca, nel governo presentato oggi al Quirinale dal premier incaricato Matteo Renzi, un ministro dell’Integrazione. La poltrona occupata nel governo Monti da Andrea Riccardi e nel governo Letta da Cècile Kyenge non esiste più. A meno che non si crei un sottosegretariato ad hoc, in seno alla presidenza del Consiglio, le competenze verranno quindi redistribuite tra i ministeri esistenti.
Elvio Pasca