Roma – 20 giugno 2013 – Aumentano gli sbarchi e a bordo dei barconi ci sono persone che sfuggono da Paesi africani afflitti da guerre e persecuzioni. Lampedusa è una frontiera tra l?Africa e l’Europa, quindi l’onere dell’ accoglienza non può ricadere solo sull’Italia.
Lo ha detto ieri il ministro dell’interno Angelino Alfano in un’informativa alla Camera dei Deputati.
“Il fenomeno degli sbarchi – ha spiegato – appare in evidente ripresa. Dal 1o giugno di quest'anno sono stati trentacinque gli sbarchi, che si aggiungono agli altri ottantasei registratesi dall'inizio del 2013”. Una situazione dovuta in parte alle “ migliori condizioni meteo marine”, ma soprattutto a “circostanze geopolitiche recenti”, tra le quali giocano un ruolo fondamentale “la crisi politica che sta attraversando la Libia”, ma anche la situazione nei Paesi del Corno d'Africa e dell'Africa subsahariana “interessati da conflitti interetnici o dalla assenza di istituzioni solide ed affidabili”.
“I dati in nostro possesso – ha detto il titolare dell’Interno – evidenziano come il flusso migratorio interessi ormai in consistente quantità profughi provenienti da Paesi in condizioni di grave instabilità politica e non solo migranti economici”. Si tratta insomma di persone che sfuggono a guerre e persecuzioni e non di migranti che cercano lavoro.
Alfano chiede quindi “una revisione del regolamento di Dublino, che intervenga sul principio secondo il quale spetta allo Stato di primo approdo la responsabilità dell'accoglienza. Lampedusa non è solo la frontiera italiana, ma è la frontiera che segna il confine laddove finisce l'Italia e comincia l'Africa, e, per converso, laddove comincia l'Africa e comincia non solo l'Italia, ma l'Europa”. Ed “è necessario proseguire ed intensificare ogni utile sforzo sotto l'egida dell'Unione europea e degli organismi delle Nazioni Unite per pacificare quelle aree del continente africano ed assecondare i sofferti processi di stabilizzazione e di consolidamento democratico”.
“I tentativi di attraversare il Mediterraneo, che spesso si concludono con esiti tragici, rappresentano una delle pagine più dolorose e impietose della nostra epoca. Dobbiamo essere consapevoli – ha sottolineato li ministro dell’Interno – che il controllo delle migrazioni irregolari rappresenta per le organizzazioni criminali una lucrosa fonte di guadagno prontamente reinvestita in altri traffici illeciti. L'esigenza della solidarietà umanitaria va dunque coniugata con la necessità di un contrasto incisivo a questa nuova forma di schiavismo. È per questo che non dobbiamo trascurare di mantenere efficienti le nostre strutture di polizia e di coltivare le attività di collaborazione transnazionale con Frontex e con gli omologhi organismi degli altri Paesi, specie di quelli interessati al transito dei migranti”.
Parlando di Lampedusa, Alfano ha detto di considerarla “ come il checkpoint Charlie del nuovo millennio, non quello che separava l'Est e l'Ovest del mondo, ma quel passaggio a livello che separa il nord e il sud del mondo, un passaggio a livello superato il quale vi è libertà, democrazia e benessere”. “Nel centro accoglienza di contrada Imbriacola sono stati ospitati, in questo periodo di ripresa degli sbarchi, mediamente circa mille stranieri; oggi sono 1.051 . Indubbiamente la struttura di Lampedusa è sottoposta ad una notevole pressione, che va oltre le capacità effettive di accoglienza. Considero di vitale importanza, dunque, mantenere in efficienza un sistema di alleggerimento continuo basato sulla disponibilità di altre strutture che siano pronte a ricevere gli stranieri trasferiti”.
Il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, ”basato su una fitta rete di solidarietà civile assicurata tramite convenzioni con gli enti locali”, è stato “recentemente incrementato di 1.500 posti”. Alfano ha annunciato che “ entro il prossimo anno un ulteriore consistente aumento che porterà lo SPAR ad accogliere circa 8 mila stranieri, quasi raddoppiando l'attuale disponibilità”. Altro fronte su cui è necessario impegnarsi è quello della velocizzazione delle procedure di esame delle domande di protezione umanitaria e di richiesta di asilo, e in quest’ottica verranno istituite dieci ulteriori sezioni delle commissioni territoriali, “raddoppiando così le capacità operative degli organismi esistenti”.
il ministro dell’Interno ha infine assicurato che “le procedure che riguardano i minori dovranno sempre orientarsi alla sacralità della persona umana, è un impegno che avverto e che avvertiamo verso le giovani generazioni. Qualunque sia la loro provenienza, in omaggio ai valori universali della nostra Costituzione, che ci richiama allo sposalizio tra l'accoglienza umanitaria e il diritto, insopprimibile, sicurezza delle nostre frontiere e dei nostri concittadini”.