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Alluvione: all’appello del Comune risponde solo un marocchino

Offre un quarto del suo stipendio: è l’unico ad aiutare gli alluvionati colpiti dall’esondazione a Brignano Gera d’Adda  

 

Bergamo – 1° agosto 2008 – Un Comune leghista lancia la gara di solidarietà per i cittadini colpiti dall’alluvione. E l’unico abitante del Paese che mette mano al portafogli è un immigrato marocchino.

È questo l’esito, insieme sorprendente e deludente, della raccolta di fondi proposta dall’amministrazione comunale di Brignano Gera d’Adda per aiutare i residenti in via Madonna dei Campi. Il 18 maggio scorso l’area è stata colpita dall’esondazione del torrente Morletta, che ha provocato danni per due milioni di euro.

L’unico cittadino del Comune (assessori a parte) ad avere risposto all’appello versando del denaro è stato Jalel Hallaoui, un pizzaiolo trentenne – oramai cittadino italiano – emigrato dal Marocco 17 ani fa. “A pochi giorni dall’esondazione – racconta il sindaco Giuseppe Ferri si era presentato da me assicurando che avrebbe versato un quarto del suo stipendio. E ha mantenuto la parola. Mi ha fatto molto piacere”. Alla colletta inaugurata dai 400 euro a testa sborsati dal sindaco e dagli assessori, si è aggiunto dunque un solo ulteriore contributo.

"Ognuno è libero di fare ciò che vuole – ha commentato Ferri -, il fatto però che sia stato un extracomunitario l’unico a versare dei soldi a favore dei suoi compaesani fa riflettere". Dopo la diffusione della notizia, anche qualche altro cittadino di Brignano ha voluto offrire un contributo, seguendo il buon esempio di Jalel, che a dire del sindaco è conosciuto e ben voluto da tutti.

Non molto tempo fa, il 2 maggio 2008, il Comune bergamasco ha emesso un’ordinanza che esclude i cittadini extracomunitari dal diritto alle prestazioni del “sistema integrato dei servizi sociali”, come contributi per l’affitto, case popolari, esenzione dai ticket delle mense scolastiche. Sulla questione il sindaco spiega che la disposizione vuole colpire solo “furbi e fannulloni”. “Consideriamo le situazioni caso per caso – dice – se un immigrato onesto si trova in difficoltà va aiutato, se perde il lavoro, gliene troviamo un altro, ma se vuole lavorare in nero e poi chiede aiuti sociali, non può averli”.

Antonia Ilinova

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