L’ex ministro: "Lega xenofoba". "Nei miei accordi con la Libia non c’erano i respingimenti" Roma – 3 giugno 2010 – In Italia gli immigrati irregolari sono "sono accostati a delle cose". "I diritti spettano nell’ordine: ai cittadini, ai migranti legali, poi agli animali e infine agli immigrati illegali".
È l’affondo dell’ ex ministro dell’Interno Giuliano Amato, intervenuto lunedì scorso alla presentazione del libro della portavoce dell’UNHCR, Laura Boldrini, Tutti indietro.
Amato ha puntato il dito contro la deriva leghista del governo sull’immigrazione, dicendosi convinto che "l’intero centro destra non condivida le posizioni di un partito xenofobo, che però sono quelle che finiscono per prevalere”. Vanno quindi rifiutate "le brutte imitazioni", e anche la sinistra dovrebbe “mettere al centro gli esseri umani".
Parlando dei respingimenti in alto mare, Amato ha detto "non avere mai pensato siano giusti’, e che quando durante il suo ministero”ha cominciato a ronzare l’idea di usare la Marina Militare” era per prestare soccorso. Inoltre ”nel troppo breve governo Prodi, che fu breve in primis per colpa nostra, introducemmo una norma con la quale sulla base della domanda d’asilo l’immigrato non era espellibile, mentre prima c’era bisogna di concludere la procedura”.
I protocolli d’intesa siglati da Amato con i libici, "non prevedevano i respingimenti”, ed era previsto che ”filtrassimo all’arrivo” i richiedente asilo. La priorità, ha sottolineato il ministro, era evitare i viaggi della morte: “era un mio dovere domandarmi se esistessero alternative ai corpi divorati dai pesci”.