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Ammassati in vagoni chiusi, così l’Ungheria fa viaggiare migranti e profughi

È polemica per le immagini dei trasferimenti dal sud del Paese a Budapest organizzati dal governo. “Isolati dagli altri passeggeri, anche nei vagoni per biciclette”

 
Budapest – 24 luglio 2015 – "Questo vagone viaggia con le porte chiese”, c’è scritto sulle carrozze. Dentro, centinaia di profughi  e migranti trasportati verso un centro di accoglienza. 
 
Uomini, donne e bambini sono ammassati dentro gli scompartimenti e nei corridoi, non possono uscire, verosimilmente si contendono le poche toilet disponibili. Succede in Ungheria e le immagini pubblicate dal quotidiano Nepszabadsag hanno scatenato le proteste, anche per l’inevitabile paragone con le più tristemente famose deportazioni degli ebrei nei vagoni piombati. 
 
Profughi e migranti vengono trasportati dal sud del Paese, dove arrivano oltrepassando il confine per la Serbia, fino a Budapest. Secondo il portale hvg.hu, viaggerebbero non solo isolati dal resto dei passeggeri, ma anche nei vagoni destinati alle biciclette. 
 
Tante le accuse che dopo queste immagini colpiscono il governo di destra guidato da Victor Orban, già salito agli onori delle cronache nelle scorse settimane per la costruzione di un muro anti immigrati lungo il confine e per una stretta alle regole sul diritto d’asilo. 
 
 
 
 
 
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