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Amnesty “fa neri” i politici xenofobi

In Svizzera una campagna per il diritto d’asilo usa come testimonial i leader dei partiti che vogliono inasprire le regole, mettendoli nei panni dei profughi. “Un contrappasso dantesco”

 

Roma – 1 ottobre 2012 – Politici xenofobi nei panni dei profughi. È la chiave scelta dalla sezione svizzera di Amnesty International per una campagna nazionale contro la politica elvetica dell’asilo, che è diventata più rigida e mette a rischio, questa la denuncia, i diritti umani.

“Se rinascesse somalo, pure lui avrebbe votato contro l’inasprimento della legge d’asilo” recita uno dei manifesti. Utilizza per testimonial involontario Christoph Blocher, leader del partito di destra populista UDC, per l’occasione rappresentato con la faccia dipinta di nero in un deserto con una città in fiamme sullo sfondo.

Lo stesso Blocher è anche il coprotagonista di un video in cui, affamato e infreddolito in un campo profughi, cucina insieme al collega di partito Ueli Maurer una capra, mascotte dell’UDC. Giuliano Bignasca, presidente della Lega dei Ticinesi, diventa invece Girmay, rifugiato eritreo che racconta la sua odissea nel Mediterraneo: “Sono stato in mare 21 giorni. C’erano ottanta persone sulla barca. Solo cinque sono sopravvissute”.

La campagna, spiega Amnesty, “utilizza il linguaggio della satira politica e sottopone a una sorta di contrappasso dantesco politici che hanno costruito la loro fama esacerbando il dibattito sul tema. Reincarnati nei panni di persone in estrema difficoltà, costoro comprendono finalmente l’esigenza di un cambiamento di rotta radicale. Con questa trovata cerchiamo di favorire l’immedesimazione e la solidarietà nei confronti dei richiedenti asilo”.

Con una procedura d’urgenza, il Parlamento elvetico ha deciso di applicare subito due misure previste dalla riforma della legge sull’asilo varata la scorsa settimana: viene eliminata la possibilità di presentare domande presso le ambasciate e non si riconosce lo status di rifugiati ai renitenti. Inoltre, l’Udc propone anche di internare i richiedenti asilo fino alla decisione sulla loro domanda e di ridurre drasticamente i tempi per il ricorso.

EP

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