Roma – 15 maggio 2014 – Barbara Ababio (leggi il suo ritratto su Italianipiu.it) continua la sua corsa. La ventiduenne figlia di immigrati ghanesi vuole diventare sindaco della sua città, Porcia, roccaforte leghista a pochi chilometri da Pordenone dove è cresciuta.
È una partita che Ababio, candidata da Sel, gioca anche sul colore della sua pelle, come negli slogan della sua campagna elettorale. Vuole tagliare i costi della politica? “Il nero snellisce”, Chiede più trasparenza? “Nero su bianco”, Bisogna lottare contro i lavoro irregolare? “Fuori i neri”…
Si sa, però, che i razzisti mancano di ironia. Così la pagina Facebook dell’aspirante sindaco si è rapidamente riempita di insulti, con il dispiegamento del solito armamentario: paragoni con le scimmie, inviti a tornarsene a casa sua e via dicendo.
Ieri, con Barbara, si è schierato Roberto Saviano. “Come avvenne all’ex ministro Kyenge, è divenuta bersaglio delle offese dei soliti idioti leghisti. Dei loro commenti razzisti, dei loro commenti disgustosi” ha scritto su Facebook.
“Possibile non comprendere – chiede lo scrittore – che il futuro dell’Italia è nella storia di donne come Barbara Ababio? Possibile non comprendere che il presente dell’Italia sono gli occhi, il sorriso e lo sguardo di ragazzi come Barbara? O quale credete sia la caratteristica dell’essere italiani? Capelli ricci o biondi, pelle chiara o scura? Avere entrambi i genitori italiani e bianchi?”.
“Essere italiani – conclude Saviano – è molto più di questo”.
Barbara Ababio sottoscrive. “Le parole di Roberto Saviano sono molto belle e molto forti; inoltre incoraggiano altre persone come me a mettersi in gioco, per un’Italia nella quale l’inclusione è un valore e le esperienze sono un tesoro”.
EP