Torino, 26 gennaio 2015 – Per far fronte al terrorismo islamico i cittadini devono poter sopportare qualche limitazione ai diritti fondamentali della persona umana.
Ne e' convinto il procuratore generale di Torino, Marcello Maddalena, che nel suo intervento all'inaugurazione dell'anno giudiziario torinese ha sottolineato che il presupposto di qualsiasi azione di prevenzione, repressione del fenomeno terroristico e di integrazione degli immigrati e' "la conoscenza da parte dello Stato delle persone fisiche che si trovano sul suo territorio e sulla loro localizzazione: si chiami residenza, domicilio o dimora".
Lo Stato – ha aggiunto – deve sapere chi e dove sono le persone presenti sul suo territorio", indipendentemente da religione, nazionalita', attivita' lavorativa, orientamenti politici e culturali. "Non esiste un diritto di clandestinita' all'interno dello Stato in cui ci si trova", ha detto ancora Maddalena che ha sottolineato di non voler fare alcun collegamento tra il fenomeno dell'immigrazione clandestina e quello del terrorismo islamico ma ha ricordato che anche i doveri di solidarieta', di accoglienza e di carita' nei confronti degli immigrati necessitano di organizzazione che significa "disciplina, dare delle regole, pretenderne il rispetto, sanzionarne la violazione".