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Appello al governo: non toccate il diritto d’asilo

Le associazioni che tutelano i diritti del rifugiato preoccupate per le proposte di modifica di alcune norme vigenti

Roma – 29 maggio 2008 – Le associazioni ed enti di tutela del diritto d’asilo riunite a livello nazionale nel “Tavolo Asilo” , facendo seguito alle prese di posizione già espresse dall’UNHCR, esprimono la propria profonda preoccupazione per le proposte di modifica di alcune norme vigenti in materia di asilo e immigrazione. L’Italia, dove manca tuttora una legge organica sull’asilo, ha appena recepito, con l’emanazione di un decreto legislativo a marzo 2008 una importante direttiva dell’Unione Europea colmando così alcune gravi lacune nella sua legislazione.

Tra le modifiche proposte, durante il “Tavolo Asilo” sono stati individuati tre aspetti che hanno destato particolare perplessità. Il primo riguarda la proposta secondo cui un richiedente asilo la cui domanda sia stata respinta in prima istanza dalla commissione territoriale competente venga subito espulso dal territorio nazionale e rinviato nel Paese in cui è fuggito, anche prima che l’interessato possa presentare ricorso contro tale decisione al tribunale.

“In tal modo – spiegano – lo straniero che lamenta di subire nel suo paese una persecuzione o comunque di essere esposto a gravi rischi, verrebbe rinviato in tale paese, dove rischia la morte, il carcere, la tortura, o di subire trattamenti disumani o degradanti prima che l’autorità giudiziaria abbia emesso la propria decisione”.

È stato osservato dunque che la proposta di modifica alla normativa vigente, che ha finalmente previsto con chiarezza un effetto sospensivo ai provvedimenti di allontanamento in pendenza di giudizio si porrebbe così in netto contrasto con principi fondamentali del diritto interno ed internazionale, tra cui la Convenzione Europea sui Diritti Umani e la stessa normativa europea.

In Italia vengono presentate ogni anno circa 15.000 domande d’asilo, un numero molto modesto rispetto a quello di altri paesi dell’Unione e comunque ben lontano dai timori agitati da chi parla di “invasione”. Delle domande presentate, oltre il 50% viene accolto in prima istanza e circa 1/3 di quelle rigettate viene accolto in sede giudiziaria, così mostrando l’importanza di una seconda istanza.

Il secondo punto che ha suscitato preoccupazione riguarda la proposta di trattenere nei CPT i richiedenti asilo che hanno presentato la domanda di asilo dopo essere stati colpiti da un provvedimento di respingimento alla frontiera o di espulsione. Nei CPT i richiedenti asilo sarebbero sottoposti allo stesso trattamento di tutti gli altri stranieri in attesa di espulsione, e quindi potrebbero essere trattenuti in tali centri fino a 18 mesi. A tale proposito è stato osservato che, “sia a Lampedusa che sul resto del territorio nazionale, a molti stranieri che stremati dal viaggio giungono nel nostro paese dopo essere fuggiti dai loro paesi per motivi di persecuzione o per sottrarsi a conflitti armati, viene spesso notificato un provvedimento di respingimento e vengono abbandonati a se stessi”.

Infine preoccupa l’idea di limitare fortemente il diritto alla circolazione dei richiedenti asilo a determinate aree. “Tale proposta – dicono le associazioni del Tavolo Asilo – , oltre a suscitare dubbi sulla sua conformità con le direttive UE, appare del tutto inutile tenuto conto che già la norma vigente prevede un obbligo di residenza dei richiedenti nei centri di accoglienza e potrebbe creare confusione e disservizi anche nell’organizzazione dei sistema di accoglienza”.

Alla luce di queste considerazioni gli enti e le associazioni del Tavolo Asilo chiedono al Governo di non procedere a modifiche del D.lgs 25/08, provvedendo invece a dare tempestiva emanazione del regolamento di attuazione di tale decreto, “ferma restando la possibilità che possano essere successivamente adottate precise e circostanziate misure integrative e correttive”.

Hanno sottoscritto tale richiesta Amnesty International, Arci, ASGI, Caritas Italiana, Casa dei Diritti Sociali – CDS Focus, Centro Astalli, CFA Ex Canapificio Caserta, Comunità di Sant’Egidio, Consiglio Italiano per i Rifugiati, Federazione Chiese Evangeliche in Italia – FCEI, Medici Senza Frontiere, Save the Children, Senza confine.

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