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Appello del Papa per gli ostaggi eritrei

Benedetto sedicesimo ricorda le ”vittime di trafficanti e di criminali”. Gruppo bloccato nel Sinai: “Torturati quotidianamente"

Roma – 6 dicembre 2010 –  Nell’angelus di ieri, Benedetto XVI, ha ricordato le ”vittime di trafficanti e di criminali, come il dramma degli ostaggi eritrei e di altre nazionalita’, nel deserto del Sinai”.

"Il rispetto dei diritti di tutti – ha detto il Papa – e’ il presupposto per la civile convivenza. La nostra preghiera al Signore e la nostra solidarieta’ possano portare speranza a coloro che si trovano nella sofferenza".

Un gruppo di eritrei è da giorni ostaggio dei trafficanti di uomini nel deserto del Sinai. Era in rotta verso l’europa, ma raggiunta la Libia, per evitare di finire in carcere con l’accusa di immigrazione clandestina è passato attraverso l’Egitto per raggiungere Israele, una rotta ormai sempre piu’ battuta dopo gli accordi tra Italia e Libia e la politica dei respingimenti nel Mediterraneo.

Il Quotidiano della Cei, Avvenire, che sta cercando di attirare l’attenzione della politica e dell’informazione sulla vicenda, ha raccolto la testimonianza di una ragazza eritrea prigioniera. ”Senti le catene? – ha detto al telefono la giovane – ci hanno legato, come gli schiavi".

"La voce della ragazza eritrea sequestrata in mezzo al deserto insieme ad altri 250 africani di varie nazionalita’ – racconta il giornale dei vescovi – arriva da uno dei due accampamenti scelti dai trafficanti di uomini per nascondere la loro vergogna: centinaia di uomini e donne africane, provenienti anche dall’Etiopia, dal Sudan e dalla Somalia, sono da settimane nelle mani di una banda senza scrupoli".

"Sei di loro sono stati uccisi all’inizio di questa settimana, molti vengono torturati quotidianamente e sono in condizioni drammatiche".

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