Roma, 2 marzo 2013 – Si e' chiuso ufficialmente il programma Emergenza Nord Africa. L'Arci continuera' a tenere aperti i centri che gestisce alle "migliaia di persone lasciate allo sbaraglio fino a che per tutti i profughi non si profilino soluzioni certe e dignitose".
"Migliaia di uomini, donne e bambini si ritrovano senza un posto dove stare perche' lo Stato prima ha riconosciuto loro il diritto alla protezione umanitaria e poi non si e' assunto la responsabilita' della loro tutela e della loro integrazione", denuncia in una nota Filippo Miraglia, responsabile immigrazione Arci.
Secondo Miraglia "ci sono soluzioni alternative alla chiusura senza appello dei centri Ena". E l'Arci "le sta percorrendo – ribadisce – in Umbria, ad esempio, con gli oltre 100 utenti che ancora sono in accoglienza e' stato trovato un accordo per destinare parte del contributo d'uscita previsto (500 euro) all'affitto degli appartamenti almeno fino a giugno.
L'Arci – assicura – continuera' a lavorare con i circa 500 profughi ancora presenti nelle proprie strutture cosi' come continuera' a monitorare le condizioni di accoglienza e tutela di tutti gli altri profughi che in questi anni si sono rivolti al Numero Verde per richiedenti e titolari di protezione internazionale".
A questo proposito, afferma l'Arci, "sollecitiamo le forze politiche e chi ha responsabilita' nell'amministrazione pubblica a rivedere la scelta di una chiusura senza appello che, come e' gia' successo e avevamo denunciato, rischia di produrre ingiustizie e di spostare i problemi altrove, con ulteriore spreco di risorse pubbliche e con il rischio di alimentare discriminazioni e razzismo".