Roma, 7 settembre 2011 – L’Arci interviene sulla grave situazione di tensione che vive da giorni Lampedusa, a causa dela protesta di centinaia di migranti, e chiede al governo di intervenire per provvedere urgentemente al trasferimento di quanti sono ospiti del centro di accoglienza dell’isola.
”Nel centro di primo soccorso e accoglienza di contrada Imbriacola a Lampedusa la tensione e’ ormai altissima – denuncia Filippo Miraglia, responsabile immigrazione Arci – Si susseguono le azioni di protesta dei migranti trattenuti da giorni in condizioni logistiche insostenibili, senza alcuna certezza sul loro futuro, senza possibilita’ di contatti con l’esterno.
Anche agli operatori dell’Arci e’ stato di punto in bianco vietato l’accesso, ponendo bruscamente fine all’azione di informazione e assistenza che stavano svolgendo”. Per l’Arci ”la lunga durata del trattenimento e’ del tutto illegittima, visto che per legge dopo le 48 ore bisognerebbe procedere al trasferimento. Ma l’illegalita’ riguarda anche il trattenimento, addirittura piu’ lungo di quello degli adulti, dei 180 minori che si trovano in parte nel cpsa e in parte alla base Loran, che sicuramente non presentano i requisiti delle strutture in cui la legge prevede che debbano ricevere ricovero”.
”Prima che l’esasperazione porti a una degenerazione della situazione – prosegue il responsabile immigrazione – l’Arci chiede un intervento urgente del governo perche’ si proceda celermente al trasferimento dei migranti dal centro. Chiede inoltre che si ripristini la possibilita’ di ottenere la protezione temporanea per i tunisini che rappresentano la gran maggioranza dei detenuti nel centro e che si ponga fine ai respingimenti e alle espulsioni di massa. Sollecita infine un intervento immediato per garantire che i minori vengano ospitati in strutture idonee”.
”Serve insomma che questo governo agisca finalmente nel rispetto dei diritti, garantendo accoglienza e sicurezza anche alle persone straniere arrivate nel nostro paese. Questo – conclude Miraglia – e’ il modo migliore, lo ribadiamo, di sostenere i processi di emancipazione e democratizzazione dei paesi del nord Africa. L’unico per rispettare la legge e la Costituzione”.