Roma, 31 maggio 2011 – “Siamo alle solite: a questo centrodestra, chi fa applicare le leggi proprio non va giu’. Soprattutto, naturalmente, se le leggi non corrispondono ai desiderata dei nostri governanti”.
E’ quanto sostiene l’Arci, osservando che “il ministro dell’Interno Maroni non solo si scaglia contro i giudici, che come e’ loro dovere applicano la direttiva rimpatri, ma addirittura annuncia che per decreto aggirera’ quella direttiva”.
Secondo l’Arci, “per sostenere queste tesi, il ministro non esita a utilizzare quello che ormai e’ diventato metodo di comunicazione abituale di questo governo, a cominciare da chi lo presiede: spacciare le menzogne per verita’. E cosi’, a fronte delle cinquemila espulsioni effettuate nel 2010, una cifra ridicola a fronte dello sforzo normativo, all’impiego di forze dell’ordine e alle costose strutture detentive, il ministro attribuisce il fallimento al ‘buonismo’ imperante e vanta che nel 2011 la cifra e’ gia’ raddoppiata grazie all’accordo con la Tunisia”.
Tuttavia, ricorda l’Arci, “gli stranieri trovavano altre vie di accesso, come dimostrano le 300.000 domande presentate solo per la regolarizzazione di chi svolge lavori domestici e di cura. Il problema e’ che una politica sbagliata non diventa efficace solo perche’ si aumenta la stretta repressiva e si cancellano i diritti. Questa e’ la considerazione da cui dovrebbe partire il ministro, a cui non chiediamo un’improvvisa conversione ‘buonista’, ma coerenza e rispetto delle leggi e della verita’”.