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Arcivescovo di Los Angeles: “Immigrati sono opportunità e non un problema”

“L’immigrazione è la chiave del rinnovamento in America”

 

Roma, 11 agosto 2011 – ”Tutti conosciamo gli insegnamenti della nostra Chiesa sull’immigrazione. Quello che dobbiamo capire meglio e’ come considerare l’immigrazione alla luce della storia e degli obbiettivi dell’America, nella prospettiva della nostra fede cattolica. Se immaginiamo l’immigrazione da questa prospettiva, riusciamo a capire che essa non e’ un problema per l’America, ma un’opportunità”.

E’ quanto sottolinea Jose’ Horacio Gomez, Arcivescovo metropolita di Los Angeles, in un intervento sull’Osservatore Romano.

L’immigrazione, rileva Gomez, ”e’ la chiave del rinnovamento americano. Fra i nostri problemi attuali vi e’ quello di aver perduto il senso della storia nazionale dell’America. L’America deve essere un luogo di incontro con Gesu’ Cristo vivente. Questa fu la motivazione dei primi missionari. Il carattere e lo spirito nazionale americani sono profondamente segnati dai valori evangelici che essi hanno portato in questa terra. Questi valori sono cio’ che rende cosi’ speciali i documenti fondanti del nostro Paese”. ”Benche’ fondata da cristiani -osserva- l’America e’ divenuta la casa di una sorprendente diversita’ di culture, religioni e modi di vita. Questa diversita’ prospera proprio perche’ i fondatori della nostra Nazione hanno avuto una visione cristiana della persona, della liberta’ e della verita’ umane”.

”La nostra identita’ e la nostra cultura americane – prosegue l’Arcivescovo di Los Angeles-  sono radicate in idee essenzialmente cristiane sulla dignita’ della persona umana. Tuttavia, la storia dei Padri Fondatori e le verita’ che ritenevano ovvie non e’ tutta la storia dell’America. Il resto della storia comincia piu’ di un secolo prima dei pellegrini. Comincia negli anni venti del Cinquecento in Florida e un ventennio piu’ tardi in California. Non e’ la storia di un insediamento coloniale e di un’opportunita’ politica ed economica. E’ la storia di esplorazione e di evangelizzazione”. ”Questa storia – aggiunge – non e’ anglo-protestante, ma ispanico-cattolica. Non e’ incentrata nel New England, ma nella Nueva España, agli angoli opposti del continente. Da questa storia apprendiamo che ancor prima che questa terra avesse un nome, i suoi abitanti venivano battezzati nel nome di Gesu’ Cristo. Gli abitanti di questa terra furono chiamati cristiani ancor prima che americani. E furono chiamati cosi’ in spagnolo, in francese e in inglese. Da questa storia apprendiamo che molto prima del Tea Party di Boston, i missionari cattolici celebravano messa sul continente”.

”I cattolici – ricorda – fondarono il piu’ antico insediamento americano a Saint Augustine, in Florida, nel 1565. I missionari immigrati chiamavano i fiumi, i monti e i territori di questo continente con nomi di santi, sacramenti e articoli di fede. Ora diamo per scontati questi nomi, ma la nostra geografia attesta che la nostra nazione e’ sorta dall’incontro con Gesu’ Cristo: Sacramento, Las Cruces, Corpus Christi, Sangre de Cristo Mountains.

Gomez ricorda poi che ”il credo americano di base e’ che tutti gli uomini e tutte le donne sono creati uguali e che Dio ha dato loro diritto alla vita, alla liberta’ e alla ricerca della felicita’. Ogni altra nazione e’ stata fondata sulla base di un territorio e di un’appartenenza etnica comuni, vincoli di terra e di consanguineita’. Invece, l’America e’ basata su questo ideale cristiano, su questo credo che riflette il sorprendente universalismo del Vangelo”. Di conseguenza, ”la nostra e’ sempre stata una Nazione di nazionalita’. E pluribus unum. Un popolo fatto di persone di molte nazioni, razze e fedi.

Nel corso della storia, sono sempre sorti problemi quando abbiamo dato per scontato questo credo americano oppure quando abbiamo cercato di limitarlo in qualche modo. Per questo – osserva nel suo intervento sull’Osservatore Romano – e’ essenziale che oggi ricordiamo la storia missionaria dell’America e ci dedichiamo di nuovo all’idea del suo credo fondante”. ”Dobbiamo guardare all’immigrazione nel contesto dell’esigenza di rinnovamento dell’America. Dobbiamo considerare sia l’immigrazione sia il rinnovamento americano alla luce del disegno salvifico di Dio e della storia delle nazioni. La promessa dell’America – aggiunge – e’ che possiamo essere una Nazione in cui uomini e donne di ogni razza, credo e formazione nazionale possano vivere come fratelli e sorelle”.

 

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