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Arriva un nuovo decreto flussi, quasi tutto per stagionali e conversioni

Circa 30 mila quote, a giorni la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Per i lavoratori stranieri non stagionali, però, le frontiere rimangono chiuse

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Roma – 29 gennaio 2016 – L’Italia riapre le frontiere per i lavoratori stranieri, ma a patto che dopo qualche mese se ne tornino in patria. 

Succederà tra qualche giorno, probabilmente già la prossima settimana, quando verrà pubblicato in Gazzetta Ufficiale il nuovo decreto flussi da circa 30 mila quote. Un calderone nel quale ci sono (pochi) ingressi per lavoro autonomo e subordinato, conversioni di permessi di soggiorno e ingressi per lavoro stagionale

In particolare, il decreto autorizzerà qualche migliaio di ingressi per lavoratori subordinati che hanno fatto corsi di formazione all’estero e per lavoratori autonomi,  un centinaio di ingressi per lavoratori sudamericani di origine italiana, e circa dodicimila conversioni in permessi per lavoro di permessi rilasciati per altri motivi, quote quindi destinate a chi già vive in Italia. Decisamente più sostanziosi gli ingressi per lavoro stagionale, che dovrebbero essere 13 mila, come lo scorso anno. 

 “Se questi numeri verranno confermati, si continua con una sostanziale chiusura degli ingressi per lavoro non stagionale in Italia. Una scelta che il governo giustifica con la crisi economica e la presenta di tanti disoccupati, italiani e stranieri, ma che appare comunque poco lungimirante” dice a Stranieriinitalia.it Giuseppe Casucci, Coordinatore nazionale del Dipartimento Politiche Migratorie della UIL.

“Quest’anno – fa notare il sindacalista – sono arrivati in Italia sui barconi meno rifugiati, ma il doppio dei migranti economici, quindi c’è comunque una forte pressione di africani che cercano un lavoro. Se chiudiamo del tutto i canali regolari, obblighiamo queste persone ad affrontare il Mediterraneo. Inoltre,  tutte le proiezioni confermano che nei prossimi anni, a causa dell’invecchiamento della popolazione, crescerà il fabbisogno di manodopera straniera, quindi è ora di tornare a una programmazione seria degli ingressi”.

Soddisfazione per i nuovi ingressi stagionali arriva invece dai rappresentanti degli agricoltori, che non possono fare a meno di questa manodopera “a tempo” per le campagne di raccolta. 

“I numeri sono sufficienti, visto che impieghiamo nei campi anche lavoratori neocomunitari e disoccupati che sono già qui, ma soprattutto per la prima volta ci si muove per tempo” commenta Roberto Caponi, direttore dell’area sindacale di Confagricoltura. In effetti le domande di assunzione stavolta potranno partire già a gennaio e non a primavera inoltrata come negli scorsi anni. 

“Abbiamo sempre chiesto – sottolinea Caponi – di anticipare la pubblicazione del decreto flussi, in modo da far arrivare in Italia gli stagionali stranieri già tra marzo e aprile, quando partono i primi raccolti. Ora confidiamo che anche il resto della procedura, che prevede diverse semplificazioni, si svolga velocemente”. 

Elvio Pasca

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