Le proposte di Bruxelles per una “politica in materia di asilo pienamente efficace, equa e umana”. Procedure comuni e standard di protezione e diritti, ma anche tratttenimenti e sanzioni per evitare che i profughi si spostino da un Paese all’altro dell’Unione
Bruxelles – 13 luglio 2016 – La Commissione europea ha presentato oggi una serie di proposte (vedi i testi in fondo alla pagina) per completare la riforma del sistema europeo comune di asilo. L’obiettivo, spiega in una nota, è “progredire verso una politica in materia di asilo pienamente efficace, equa e umana, che sia adatta sia ai periodi di pressione migratoria normale sia a quelli di forte pressione migratoria”.
Bruxelles propone di creare una procedura comune per la protezione internazionale, di uniformare gli standard di protezione e i diritti per i beneficiari di protezione internazionale e di armonizzare ulteriormente le condizioni di accoglienza nell’UE. “Nel complesso, tali proposte mirano a semplificare e abbreviare la procedura di asilo e il processo decisionale, scoraggiare i movimenti secondari dei richiedenti asilo e favorire l’integrazione delle persone che hanno diritto alla protezione internazionale”.
“L’UE – ha detto il primo Vicepresidente della Commissione Frans Timmermans – ha bisogno di un sistema di asilo che sia nel contempo efficace e in grado di offrire protezione e che poggi su norme comuni, sulla solidarietà e su un’equa ripartizione delle responsabilità. Le riforme proposte garantiranno la protezione internazionale in tempi brevi alle persone che ne hanno realmente bisogno ma permetteranno di rimpatriare rapidamente coloro che non hanno il diritto di ricevere protezione nell’UE. Con le proposte odierne, tutti gli elementi della riforma della politica comune europea in materia di asilo sono all’esame del Parlamento europeo e del Consiglio.”
Secondo Dimitris Avramopoulos, Commissario per la Migrazione, gli affari interni e la cittadinanza, “ciò che proponiamo oggi è il tassello mancante per completare una riforma globale del sistema comune di asilo dell’UE. Le modifiche porteranno a una vera procedura comune di asilo e garantiranno un trattamento paritario e adeguato ai richiedenti asilo, indipendentemente dallo Stato membro in cui presentano la domanda. Allo stesso tempo abbiamo definito chiari obblighi e doveri per i richiedenti asilo al fine di prevenire i movimenti secondari e l’abuso delle procedure. Il nostro obiettivo è disporre di un sistema comune che sia rapido, efficace e basato su norme armonizzate e sulla fiducia reciproca tra gli Stati membri.”
Le proposte legislative presentate oggi fanno seguito alla prima serie di proposte adottate dalla Commissione il 4 maggio per riformare il sistema europeo comune di asilo nelle linee indicate nell’agenda europea sulla migrazione e nella comunicazione del 6 aprile. Esse mirano a istituire un sistema di asilo europeo solido, coerente e integrato, basato su norme comuni e armonizzate che siano pienamente conformi alle norme di protezione internazionale della convenzione di Ginevra e agli strumenti per la tutela dei diritti fondamentali.
Una procedura UE comune equa ed efficace
La Commissione propone di sostituire la direttiva sulle procedure di asilo con un regolamento che stabilisca una procedura UE comune pienamente armonizzata per la protezione internazionale al fine di ridurre le differenze nei tassi di riconoscimento dei vari Stati membri, scoraggiare i movimenti secondari e assicurare garanzie procedurali comuni efficaci per i richiedenti asilo. La proposta mira a:
-rendere le procedure di asilo più semplici, chiare e brevi: l’intera procedura è abbreviata e semplificata e le decisioni sono adottate normalmente entro sei mesi o prima. Sono introdotti termini più brevi (da uno a due mesi), in particolare per le domande di asilo inammissibili o palesemente infondate o per i casi in cui è prevista l’applicazione della procedura accelerata. Sono introdotte scadenze anche per la presentazione dei ricorsi (da una settimana a un mese) e per le decisioni nella prima fase di ricorso (da due a sei mesi);
-rafforzare le garanzie per i richiedenti asilo: ai richiedenti asilo è garantito il diritto a un colloquio individuale e all’assistenza e alla rappresentanza legale gratuite già nel corso della procedura amministrativa. Sono fornite maggiori garanzie ai richiedenti asilo con esigenze particolari e ai minori non accompagnati, i quali dovrebbero essere affidati a un tutore entro cinque giorni dalla presentazione della domanda;
-garantire norme più severe per combattere gli abusi: sono introdotti nuovi obblighi di cooperazione con le autorità e previste pesanti conseguenze in caso di mancato rispetto degli stessi. L’applicazione di sanzioni in caso di abuso della procedura, omessa collaborazione e movimenti secondari – finora facoltativa – è resa obbligatoria. Le sanzioni comprendono il rigetto della domanda perché implicitamente ritirata o palesemente infondata o l’applicazione della procedura accelerata;
– armonizzare le norme sui paesi sicuri: la Commissione chiarisce e rende obbligatoria l’applicazione del concetto di paese sicuro. Propone inoltre di sostituire completamente le designazioni nazionali dei paesi di origine sicuri e dei paesi terzi sicuri con elenchi europei o designazioni a livello UE entro cinque anni dall’entrata in vigore del regolamento.
Standard e diritti armonizzati in materia di protezione
I richiedenti asilo devono poter godere dello stesso tipo di protezione, indipendentemente dallo Stato membro in cui presentano la domanda e per tutto il tempo necessario. Al fine di armonizzare gli standard di protezione nell’UE e porre fine ai movimenti secondari e alla caccia all’asilo più vantaggioso, la Commissione propone di sostituire la direttiva qualifiche esistente con un nuovo regolamento. La proposta è finalizzata a:
– far convergere maggiormente i tassi di riconoscimento e le forme di protezione: il tipo di protezione e la durata dei permessi di soggiorno concessi ai beneficiari di protezione internazionale sono armonizzati. Gli Stati membri sono obbligati a tener conto degli orientamenti forniti dall’Agenzia dell’Unione europea per l’asilo per quanto riguarda la situazione nel paese d’origine del richiedente asilo e a valutare le possibili alternative di protezione interna, nel pieno rispetto del principio di non respingimento;
– inasprire le norme per punire i movimenti secondari: il periodo di attesa di cinque anni previsto per i beneficiari di protezione internazionale per poter beneficiare dello status di residente di lungo periodo è conteggiato da capo ogni volta che la persona interessata si trova in uno Stato membro in cui non ha il diritto di soggiornare o risiedere;
– garantire protezione solo per il tempo necessario: è introdotta una revisione obbligatoria dello status per tenere conto, ad esempio, di cambiamenti sopraggiunti nel paese di origine che potrebbero influire sulla necessità di protezione;
– incentivare maggiormente l’integrazione: i diritti e gli obblighi dei beneficiari di protezione internazionale per quanto riguarda la sicurezza sociale e l’assistenza sociale sono precisati e l’accesso a determinate forme di assistenza sociale può essere subordinato alla partecipazione a misure di integrazione.
Condizioni di accoglienza dignitose e armonizzate in tutta l’UE
Infine, la Commissione propone di riformare la direttiva sulle condizioni di accoglienza per fare in modo che i richiedenti asilo possano beneficiare di standard di accoglienza armonizzati e dignitosi in tutta l’UE, contribuendo così a prevenire i movimenti secondari. La riforma mira a:
– fare in modo che gli Stati membri applichino gli standard e gli indicatori sulle condizioni di accoglienza sviluppati dall’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo e che si provveda all’elaborazione e all’aggiornamento costante di piani di emergenza al fine di assicurare una capacità di accoglienza sufficiente e adeguata, anche in situazioni di pressione eccessiva;
-fare in modo che i richiedenti asilo restino disponibili e scoraggiarne la fuga permettendo agli Stati membri di assegnare loro una residenza o di imporre l’obbligo di presentazione regolare dinanzi alle autorità. Nel caso in cui il richiedente asilo non rispetti l’obbligo di risiedere in un determinato luogo e qualora sussista il rischio di fuga, gli Stati membri possono avvalersi del trattenimento;
– chiarire che le condizioni di accoglienza saranno fornite unicamente nello Stato membro responsabile e stabilire norme più chiare sulla riduzione del diritto a condizioni materiali di accoglienza e sulla sostituzione delle indennità finanziarie con condizioni materiali di accoglienza fornite in natura;
– concedere in tempi più brevi l’accesso al mercato del lavoro, al più tardi entro sei mesi dalla presentazione della domanda di asilo, riducendo così la dipendenza, e fare in modo che tale accesso avvenga nel pieno rispetto delle norme del mercato del lavoro;
– fornire maggiori garanzie comuni ai richiedenti asilo con esigenze particolari e ai minori non accompagnati, i quali dovrebbero essere affidati a un tutore entro cinque giorni dalla presentazione della domanda.
Ecco le proposte presentate oggi: