Roma – 5 novembre 2013 – Tempi più stretti, alla Camera dei Deputati, per l’esame della proposta di legge ''Disciplina organica del diritto di asilo, dello status di rifugiato e della protezione sussidiaria'' presentata dal Partito Democratico, primo firmatario Antonello Giacomelli.
L’aula ha dato il via libera oggi alla procedura d’urgenza, che dovrebbe fissare a un mese (normalmente sono due) il tempo massimo per la discussione in commissione.
L’urgenza era stata già chiesta dal Pd nella conferenza dei capigruppo lo scorso 23 ottobre, a causa del no della Lega Nord e Fratelli d’Italia e, soprattutto, dell’astensione del Popolo delle Libertà e del Movimento Cinque Stelle. Di qui la necessità di interpellare tutta l’Aula.
L’asilo politico rientra tra i principi fondamentali della Costituzione Italiana. L’articolo 10 recita: “Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge”.
“Questo articolo è rimasto inattuato, le condizioni non sono mai state stabilite. Viviamo questa come una condizione di ritardo drammatico e umiliante” ha detto in Aula Giacomelli, secondo il quale non esiste solo “lo spread dei titoli di Stato, ma anche uno spread della civiltà” “A chi ci dice che è un tema che riguarda la dimensione europea noi rispondiamo che siamo d’accordo, ma prima di armonizzare le normative in tema di diritto d’asilo bisogna che queste esistano”.
Una necessità che diventa ancora più urgente di fronte a ciò che sta succedendo nel Mediterraneo. Dove ai flussi per motivi economici sono diventati minoritari rispetto a quello di chi fugge da guerre e persecuzioni.
“La maggior parte delle centinaia di persone inghiottite dal mare nella recente tragedia di Lampedusa – ha ricordato il deputato del Pd – si trovava nella condizione di poter chiedere e ottenere asilo politico e protezione internazionale. Allora noi pensiamo che l’emozione di quelle ore non può fermarsi ai commenti televisivi o alle dichiarazione di maniera. Le istituzioni, il Parlamento devono fare fino in fondo la loro parte, che è quella di legiferare”.
EP