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Atleti extraue. Viminale: “Possono entrare in Italia anche i dilettanti”

Le società sportive riconosciute dal CONI possono ingaggiarli e farli arrivare in Italia. Il sottosegretario Lucidi: "Lo sport vive anche grazie al loro contributo" ROMA – Via libera all’ingresso degli atleti extraue, anche se non sono professionisti: le società sportive possono far arrivare in Italia i dilettanti. Lo chiarisce una circolare firmata oggi dal sottosegretario all’Interno Marcella Lucidi, che ha dato un’interpretazione più ampia alle norme sugli ingaggi degli sportivi stranieri.

L’ articolo 27 del Testo Unico comprende tra i casi particolari d’ingresso per lavoro quello degli stranieri "destinati a svolgere qualsiasi tipo di attività sportiva professionistica" (comma 1, p), ma quando parla del particolare decreto flussi che contingenta questi ingressi, la categoria di allarga agli sportivi stranieri che svolgono attività sportiva "a titolo professionistico o comunque retribuita" (comma 5 bis). Il regolamento di attuazione parla invece dell’autorizzazione del Coni all’ingresso dello straniero, a fronte di una "richiesta, a titolo professionistico o dilettantistico, della società destinataria delle prestazioni sportive" (D.P.R.. 394/1999 art. 40 comma 17) .

A complicare le cose è arrivata la Bossi-Fini con il contratto di soggiorno. Come scrive la Lucidi, "il sistema vigente prevede che il regolare soggiorno in Italia abbia come presupposto il contratto di lavoro che, per definizione, può essere stipulato solo da un professionista". Come uscirne? Secondo la circolare di oggi, è possibile un’"interpretazione estensiva della normativa in vigore".

Anche se i dilettanti non firmano un contratto di lavoro, si possono infatti considerare "gli oneri previsti dal contratto di soggiorno compresi nella dichiarazione con la quale la società sportiva richiedente si sia impegnata a fornire alloggio, assistenza, sostentamento, nonché a sostenere le spese di rimpatrio allo sportivo extracomunitario dilettante". A fronte di queste garanzie, anche i dilettanti possono quindi arrivare in Italia e presentarsi allo Sportello Unico a chiedere il permesso di soggiorno, ma non firmeranno il contratto di soggiorno.

"Lo sport vive anche grazie al contributo di molti atleti non professionisti" commenta Marcella Lucidi. "La circolare, nell’´ambito della legge in vigore, individua condizioni chiare e garanzie specifiche per favorire l´ingresso in Italia anche di coloro che fanno parte della categoria dei dilettanti. Tra loro – sottolinea il sottosegretario – ci sono diversi stranieri che, così come gli atleti italiani, con la loro partecipazione alle manifestazioni sportive contribuiscono allo sviluppo e alla crescita dello sport favorendo anche la scoperta di nuovi talenti".

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La circolare

(2 marzo 2007)

 

Elvio Pasca

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Contratto collettivo nazionale lavoro domestico

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