A distanza di una settimana dall’attentato di Nizza e a soli tre giorni da quello di Vienna, il Presidente della Francia Emmanuel Macron promette di raddoppiare gli agenti alle frontiere e chiede di rivedere il piano Schengen. “Abbiamo deciso, visto l’evolversi della minaccia, di intensificare fortemente i nostri controlli alle frontiere all’interno dell’area Schengen”, ha spiegato infatti Macron parlando dalla città di Perthus, a confine con la Spagna.
Attentato Francia, Macron raddoppia gli agenti alle frontiere
Sul territorio nazionale verranno disposti fino a 4.800 agenti di polizia per “combattere la minaccia terroristica, i traffici e l’immigrazione clandestina“, ha spiegato il leader francese. “Gli atti di terrorismo possono essere compiuti da persone che utilizzano i flussi di immigrazione”, ha inoltre ricordato Macron. Il tunisino Brahim Aoussaoui, l’aggressore di Nizza, infatti, è sbarcato a Lampedusa il 20 settembre, è rimasto in Italia fino al 27 ottobre e poi ha oltrepassato il confine. Al momento si trova ancora ricoverato in ospedale, in gravi condizioni, a seguito dell’intervento della polizia. E, secondo il ministro dell’Interno, “è venuto qua per uccidere”.
Visto l’andamento, Macron si è detto anche favorevole a riformare il sistema di Schengen “in profondità”: non è la prima volta che esprime questa intenzione, e gli ultimi attentati lo hanno portato a ribadirla. Anche perché questi attacchi, secondo il leader francese, “costringono l’Europa a intensificare la lotta”. E’ della stessa opinione anche il sindaco di Nizza Christian Estrosi, che infatti ha chiesto la sospensione degli accordi di Schengen per un certo periodo nella lotta al terrorismo. “Nizza non è stata colpita in quanto Nizza, ma per la sua vicinanza con il confine con l’Italia”, ha dichiarato.
Macron: “Bisogna rinforzare il piano Schengen in profondità”
Non è una novità per la Francia sospendere gli accordi di Schengen per effettuare dei controlli rafforzati. Alcune zone del confine, come alcuni varchi con l’Italia, infatti, sono già presidiati da poliziotti e gendarmi che effettuano verifiche e respingimenti di migranti. Tuttavia la frontiera con l’Italia, incastonata tra le Alpi e il mare e lunga oltre 500 chilometri, non può essere del tutto barricata. Molti poliziotti, infatti, la definiscono “naturalmente porosa”, per questo in alcuni varchi i controlli non arrivano. In particolare, le difficoltà si riscontrano nell’entroterra ligure e sulle montagne. In generale, poi, la Francia conta otto frontiere con Paesi europei, più quella marittima con il Regno Unito. Sigillare ogni varco, quindi, risulta molto complesso.
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