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Cittadinanza. “Fertility Day? L’Italia riconosca i figli che ha già” 

La protesta social della rete G2, che parafrasa la controversa campagna del ministero della Salute. “La cittadinanza non ha età, noi sì. Sono 24 anni che aspettiamo…” E intanto la riforma è ancora in ferie

 

Roma – 2 settembre 2016 –  “Volete più figli? Riconoscete quelli che avete già!” 

Tra lo sdegno, le proteste e i lazzi che hanno accolto la campagna per il Fertility Day, irrompono sui social anche le voci dei giovani italiani che la legge si ostina a considerare stranieri. I figli degli immigrati chiedono ancora una volta quella riforma della cittadinanza da troppo tempo attesa e da troppo tempo chiusa nei cassetti del nostro Parlamento. 

“La cittadinanza non ha età, noi sì. Sono 24 anni che aspettiamo” fanno notare gli attivisti della Rete G2 Seconde Generazioni, in due efficaci rivisitazioni delle controverse cartoline del ministero della Salute. “Altro che #fertilityday, vogliamo il #CittadinanzaDay, #RiformaCittadinanzaSubito!” scrivono. Clessidre e orologi biologici? Meglio una sveglia, suggeriscono, ma per la politica. (Continua dopo le immagini)

Chissà che quella sveglia non suoni anche per i senatori alle prese con il ddl 2092 “Disposizione in materia di cittadinanza”. Le nuove regole per diventare italiani sono state già approvate alla Camera, ma a Palazzo Madama si sono impantanate in Commissione Affari Costituzionali,  tra “altre priorità” e migliaia di emendamenti sui quali non è nemmeno iniziata la discussione. 

 

L’ultimo rinvio è arrivato prima della pausa estiva. Ora i senatori stanno per tornare dalle ferie, un milione di figli di immigrati si chiedono se anche per i loro diritti le vacanze sono finite.

EP

 

 

 

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