La Commissione vuole modificare le direttive su qualifiche e procedure. Barrot: "Sistema comune"
Roma – 22 ottobre 2009 – Per fare un passo avanti verso una politica comune, ieri la commissione europea ha proposto di modificare la direttiva sulla qualifica e sullo status delle persone bisognose di protezione internazionale e la direttiva sulle procedure di asilo.
Le proposte offrono una maggiore protezione alle vittime di persecuzioni, come richiesto dal Consiglio europeo nel patto sull’immigrazione e l’asilo. Allo stesso tempo, dovrebbero migliorare la coerenza degli strumenti di cui l’UE dispone in questo settore e semplificare e consolidare le norme di protezione in tutti i Paesi membri, prevenendo così le frodi e migliorando l’efficacia della procedura di asilo.
Secondo vicepresidente Jacques Barrot, Commissario responsabile del portafoglio Giustizia, libertà e sicurezza, la Commissione porta così “a compimento il sistema comune europeo di asilo. Negli ultimi anni abbiamo realizzato notevoli progressi grazie all’attuazione di norme comuni, ma sussistono ancora grandi differenze tra gli Stati membri. Le nostre proposte segnano un importante passo verso norme di protezione più elevate, condizioni più eque e un sistema più coerente ed efficace".
Direttiva qualifiche
La proposta ha, in particolare, questi obiettivi:
• chiarire alcuni concetti giuridici utilizzati per definire i motivi che giustificano la protezione, quali "soggetti che offrono protezione", "protezione all’interno del paese d’origine" o "appartenenza a un determinato gruppo sociale". Ad esempio, nell’esaminare una domanda si terrà maggiormente conto delle questioni di genere. Grazie a questi chiarimenti le autorità nazionali saranno in grado di applicare i criteri con più sicurezza e potranno distinguere più rapidamente tra chi ha effettivamente bisogno di protezione internazionale e chi no;
• eliminare le differenze che non possono più ritenersi giustificate nel livello dei diritti concessi ai rifugiati e ai beneficiari di protezione sussidiaria. Le modifiche riguardano la durata dei permessi di soggiorno e l’accesso all’assistenza sociale, all’assistenza sanitaria e al mercato del lavoro;
• rafforzare l’accesso effettivo ai diritti già riconosciuti dalla direttiva, tenendo conto dei problemi specifici di integrazione dei beneficiari di protezione internazionale. Questi ultimi non possono ad esempio chiedere alle autorità del proprio paese il rilascio di prove documentali dei loro titoli di studio o delle loro qualifiche professionali. Di conseguenza, la proposta cerca di aiutarli a superare queste difficoltà pratiche, agevolando il riconoscimento delle loro qualifiche e l’accesso alla formazione occupazionale e agli strumenti di integrazione.
Direttiva procedure
La proposta ha, in particolare, questi obiettivi:
• predisporre una procedura unica semplificando e razionalizzando le procedure di asilo e riducendo l’onere amministrativo a carico degli Stati membri;
• facilitare l’accesso alle procedure di esame. Coloro che desiderano presentare domanda di protezione internazionale devono disporre delle informazioni necessarie e di consulenza adeguata fin dall’inizio della loro permanenza nel territorio. Le guardie di frontiera, le forze di polizia e le altre autorità che per prime entrano in contatto con le persone che chiedono protezione avranno un’idea più precisa di come procedere nei loro confronti;
• rendere più efficace la procedura di esame delle domande. Una delle misure più importanti è l’introduzione di un termine generale di sei mesi per ultimare le procedure di primo grado. La proposta concede agli Stati membri un periodo di transizione di tre anni affinché possano adeguarsi a tale termine. Inoltre, la proposta semplifica e chiarisce concetti e meccanismi procedurali, tra i quali il concetto di "paese di origine sicuro", l’obbligo dei richiedenti asilo di collaborare con le autorità nazionali o le procedure accelerate. Le modifiche servono ad assicurare un accesso più rapido alla protezione per chi ne ha veramente bisogno;
• migliorare la qualità delle decisioni in materia di asilo. La proposta rafforza le garanzie procedurali, in particolare per le persone vulnerabili, quali le vittime di tortura o i minori non accompagnati. Il personale che entra in contatto con i richiedenti asilo dovrà disporre delle competenze necessarie;
• assicurare l’accesso dei richiedenti asilo a un ricorso effettivo in linea con gli obblighi imposti agli Stati membri dal diritto comunitario e internazionale. La proposta precisa che i giudici devono riesaminare in fatto e in diritto le decisioni di primo grado, e stabilisce norme chiare riguardo all’effetto sospensivo dei ricorsi. Le modifiche assicurano coerenza con gli sviluppi della giurisprudenza in materia di diritto alla difesa, principio della parità delle armi e diritto ad una tutela giurisdizionale effettiva.