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I ribelli libici: “Fermeremo i clandestini”

Jalil a Roma: "Sono un problema anche per noi. Coopereremo con l’Italia"

Roma – 19 aprile 2011 – In futuro la Libia coopererà con l’Italia per controllare l’afflusso di immigrati clandestini dai confini libici verso le coste italiane.

Lo assicura il presidente del Consiglio nazionale transitorio di Bengasi, Mustafa Jalil, affermando che "opereremo insieme per chiudere i nostri confini a questi flussi" di immigrati clandestini. Jalil, nel corso della conferenza stampa con il ministro degli Esteri, Franco Frattini, al termine del loro incontro alla Farnesina, ha spiegato che in Libia "il 40% dei delitti sono commessi da africani sfollati provenienti dal sud allo scopo di approdare in Europa".

Per Jalil, la Libia "forse soffre ancora di piu’ dell’Italia a causa di questo fenomeno". Il presidente del Cnt di Bengasi, in riferimento all’afflusso di immigrati clandestini, ha infine annunciato: "Vi promettiamo che non saranno più accettati in futuro".

Rimane da capire in che modo Jalil pensa di fermare i flussi. Particolare non da poco, se si considera che buona parte degli africani che arrivano in Libia sono in fuga da guerre e persecuzioni e quindi avrebbero diritto all’asilo politico.

Osservatori internazionali e organizzazioni umanitarie hanno sempre puntato il dito contro il trattamento riservato dal regime di  Gheddafi agli immigrati, compresi quelli respinti dall’Italia e riaccompagnati in Libia in forza del trattato di Amicizia tra i due Paesi. Jalil e i suoi sono pronti a rispettare i diritti fondamentali di chi oltrepasserà il confine libico?

 

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