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I Verdi denunciano Castelli e Speroni

"Istigazione all’omicidio contro chi fugge da fame e guerre".  Scettico il penalista Giuseppe Marazzita

Roma – 13 aprile 2011 – Il movimento dei Verdi denuncerà i leghisti Roberto Castelli e Francesco Speroni, colpevoli di “istigazione all’omicidio”.

Ieri Castelli, commentando le proteste scoppiate a Lampedusa tra i tunisini che non vogliono essere rimpatriato,  ha detto che "Bisogna respingere gli immigrati, ma non possiamo sparargli, almeno per ora". Ha poi aggiunto che "le violenze degli immigrati, che potrebbe diventare milioni nel corso del tempo, potrebbero obbligare le autorità ad usare le armi”.

Una tesi sposata oggi anche dal suo collega di partito Speroni, secondo il quale “noi siamo invasi, c’e’ gente che viene in Italia senza permesso, violando tutte le regole. A questo punto vanno usati tutti i mezzi per respingerli, eventualmente anche le armi. In Libano e in Afghanistan, stiamo usando le armi: perche’ non dobbiamo usarle per difendere i nostri confini”?

Il presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli ha annunciato quindi un "esposto alla procura della Repubblica per le affermazioni di Castelli e Speroni sugli immigrati. Le parole pronunciate dagli esponenti leghisti non solo sono gravissime e irresponsabili ma rappresentano una istigazione all’omicidio rispetto a persone che fuggono da fame miseria e dalla guerra".

"Le dichiarazioni leghiste – aggiunge Bonelli – si sposano alla perfezione con la barzelletta di una maggioranza che mentre il nord Africa è in fiamme, mentre la crisi economica e ambientale continua e la disoccupazione cresce obbliga il Parlamento a fare le nottate solo per garantire a Berlusconi un salvacondotto dai processi, disinteressandosi completamente dei veri problemi del Paese. L’Italia non ha più un governo che governa ma solo un insieme di ministri che fanno a gara a superarsi in populismo".

Ma quante possibilità ci sono che Castelli e Speroni vengano davvero condannati? L’avvocato Giuseppe Marazzita è scettico: “Quelle dichiarazioni sono gravissime, la prova del livello infimo a cui è giunta la discussione politica. Ma le condanne per casi come questi sono molto rare, anche perché entra in gioco la libertà di espressione” spiega a Stranieriinitalia.it.

“Per arrivare a una condanna – aggiunge il penalista – bisognerebbe dimostrare l’effettiva capacità persuasiva di chi istiga e dovrebbe essere chiaro chi, dove, come e quando commetterà il reato. Inoltre ci vorrebbe il dolo, cioè la certezza che quelle dichiarazioni  sono state fatte non come critica politica o esempio paradossale, ma perché davvero si sparasse sugli immigrati”.

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