Avramopoulous: “La situazione sta migliorando, non c’è ragione di preoccuparsi. Ma bisogna ppuntare al 100% delle identificazioni”
Roma – 11 febbraio 2016 – Il bicchiere mezzo vuoto è che l’Italia deve ancora fare progressi sulle identificazione dei profughi e i rimpatri di chi non ha diritto a rimanere. Quello mezzo pieno è che è sulla buona strada. Quindi può sperare nell’archiviazione della procedura di infrazione avviata da Bruxelles perché non prendeva foto e impronte a tutti quelli che sbarcavano sulle sue coste.
Lo ha lasciato intendere ieri il commissario Ue all’Immigrazione, Dimitris Avramopoulos, commentando il rapporto sui progressi dell’Agenda Europea sull’Immigrazione.
Quella procedura di infrazione, ha fatto notare, “è stata iniziata qualche tempo fa, ma a mano a mano che andiamo avanti, vediamo che le cose migliorano. La situazione in Italia sta migliorando. E quindi, quando la prossima valutazione verrà fatta, sono sicuro che non ci sarà nessuna ombra su questa questione, che ha amareggiato il primo ministro italiano”.
In effetti per il governo Renzi la messa in mora da parte di Bruxelles era stata una doccia fredda. La reazione era stata quindi stizzita: l’Europa ci lascia soli nell’affrontare la crisi e ci vuole anche punire nonostante i nostri sforzi?
Ora il commissario Ue getta acqua sul fuoco: “Visto che l’Italia, come tutti gli Stati membri, sta facendo ciò che deve fare, non c’è alcuna ragione di preoccuparsi… È positivo che sia in Italia che in Grecia si sia riusciti a incrementare i numeri” delle identificazioni negli hostspot. “Ricordiamo – ha osservato ancora Avramopoulos – la situazione di un anno fa. Oggi abbiamo il 70%” [l’Italia è all’87% ndr].
Non è comunque il caso di cullarsi sugli allori. “Lasciatemi essere chiaro: dobbiamo raggiungere il livello del 100%– ha concluso il commissario – Il sistema deve lavorare in modo più complessivo e più efficiente. E capisco, essendo in contatto con entrambi i paesi, che stanno facendo del loro meglio perché le cose vadano meglio.
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