Sarubbi e Touadì: "Clausola nascosta del trattato Italia-Libia? Cosa fanno i libici quando nessuno li controlla?"
Roma – 14 settembre 2010 – "Fra le confuse e imbarazzate non-risposte del governo sulla faccenda degli spari libici verso il peschereccio italiano, il ministro Maroni, tentando goffamente di spiegare l’incidente, ha rivelato in diretta Tv che le motovedette italiane battenti bandiera libica avevano confuso il peschereccio per ‘una nave di clandestini’.Evidentemente, una clausola nascosta del famigerato Trattato di ‘amicizia’ Italia-Libia autorizza a sparare su esseri umani qualora siano migranti".
Così, in una nota congiunta, Andrea Sarubbi e Jean Leonard Touadi del Partito Democratico, annunciando un’interrogazione parlamentare sull’incidente. "Tempo fa – ricordano i due deputati – il neoconsigliere regionale Renzo Bossi, il rampollo del leader padano, reclamizzo’ in un’intervista il gioco ‘rimbalza il clandestino’. Pensavamo fosse uno scherzo: evidentemente invece e’ lui l’eminenza grigia che guida le ardite strategie del Viminale sul tema".
"Purtroppo -continuano i democratici- c’e’ davvero poco da scherzare. Troppe sono le domande inquietanti che emergono da questo episodio. Innanzitutto, a piu’ di due anni dall’entrata in vigore del trattato Italia-Libia, il ministro Frattini chiede ancora candidamente spiegazioni sulle regole di ingaggio. Le motovedette della guardia di finanza donate dall’Italia al governo libico, poi, sparano sulle imbarcazioni in mare quando dovevano essere invece disarmate, e tutto cio’ sotto lo sguardo vigile di militari italiani pagati dai nostri concittadini".
"Se le autorita’ libiche, cui sono stati delegati dal governo delicati compiti di sicurezza, violano cosi’ palesemente le regole anche in presenza di nostri osservatori, immaginiamo quale possa essere la loro condotta nel trattamento di migranti e rifugiati, gestiti lontano dal nostro controllo, dagli occhi della stampa e dalle regole sancite dai trattati internazionali".
"Il governo -concludono Sarubbi e Touadi- abbia un sussulto d’orgoglio: ammetta il fallimento del trattato con la Libia che fa acqua da tutte le parti mitragliato dalla spocchia di Gheddafi e affondato dal buon senso, e riprenda finalmente in mano la propria politica estera e di sicurezza".