Chi apre una partita iva dovrebbe garantire così che pagherà tasse e contributi. Emendamento al Milleproroghe
11 febbraio 2011 – Favorire la libera impresa, ma solo per gli italiani. Perché se a mettersi in proprio è un immigrato, secondo la Lega bisogna aumentare controlli e restrizioni.
La riprova è un emendamento al decreto milleproroghe presentato dai senatori del Carroccio Massimo Garavaglia, Lorenzo Bodega, Gianvittore Vaccari e Armando Valli. “All’atto dell’apertura della partita Iva, da parte di una società o cittadino extra UE, al fine di garantire gli eventuali versamenti di imposte e contributi dovuti nell’esercizio dell’attività, deve essere depositata una garanzia fidejussoria bancaria o assicurativa a favore dell’Agenzia delle Entrate, per un importo non inferiore a ventimila euro”.
Una bella grana in più per gli imprenditori extra ue, ma anche, ad esempio, per i tanti edili “costretti” ad aprirsi una partita iva perché chi li fa lavorare non li vuole assumere come dipendenti. “Tale garanzia fidejussoria – continua l’emendamento – sarà restituita all’atto della cessazione dell’attività e una volta eseguiti tutti i versamenti fiscali e contributivi dovuti dalla società o dalla persona fisica straniera”.
Gli stessi senatori leghisti avevano avanzato una proposta simile lo scorso giugno, durante la discussione della manovra economica. In quel caso chiesero, senza successo, una fidejussione di tremila euro, ma l’emendemento non passò. Ora ci riprovano, con gli interessi.
Elvio Pasca