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Naga: “Cure negate a molti stranieri irregolari”

L’inchiesta dell’associazione: "A 6 su 10 non viene concesso il codice Stp"

Roma – 13 aprile 2011 – “Rashid è un ragazzo palestinese di trent’anni con un problema cardiaco che si è rivolto all’ Ospedale Fatebenefratelli per farsi curare ma la sua richiesta di STP è stata rifiutata. Rashid che conosce quattro lingue, tra cui l’italiano, si rivolge all’associazione Naga  e solo attraverso un lungo percorso fatto di  richieste e attese riesce a farsi riconoscere il suo diritto a ricevere le cure”.

Questa è la realtà di un assistenza sanitaria spesso negata agli immigrati irregolari, che se hanno problemi di salute "soffrono di una doppia malattia: quella organica e quella derivante dal mancato accesso alle cure". 

A denunciare questa situazione, è stata l’associazione di volontariato Naga, impegnata per l’assistenza socio-sanitaria agli stranieri e la difesa dei loro diritti. 

In base ai risultati di un’indagine condotta su 560 pazienti che si sono rivolti all’ambulatorio medico del Naga , l’associazione rileva "un’erogazione e una gestione inefficiente e inefficace del codice Stp (che indica lo status di “Straniero temporaneamente presente”) strumento attraverso il quale, per legge, gli ospedali italiani possono e devono garantire assistenza anche agli stranieri irregolari.

Su 94 pazienti che si sono presentati in un pronto soccorso prima della visita al Naga o che sono stati inviati dall’associazione in un ospedale con la richiesta di rilascio di codice Stp, in oltre 6 casi su 10 la richiesta ha dato esito negativo.

L’indagine ha coinvolto 13 medici del Naga che hanno compilato un apposito questionario per ogni paziente visitato da metà novembre 2010 a metà marzo 2011. Nella maggior parte dei casi risultano essere gli uomini quelli a cui viene negata maggiormente l’assistenza (77% contro il 23% di donne). Generalmente hanno un’età media di 37 anni, provenienti soprattutto da Nord Africa (Egitto, Marocco e Tunisia) ma anche da Senegal, Sri-Lanka, Bangladesh, Romania e Perù. 

Tra di loro solo nel 26% dei casi non si aveva una conoscenza sufficiente della lingua italiana. Mentre dal punto di vista clinico, le malattie più frequentemente riscontrate risultano quelle dell’ apparato respiratorio, osteomuscolare e gastroenterico.

Dall’indagine emergono "una prassi disomogenea, una parziale disapplicazione della normativa un’erogazione e una gestione del codice Stp inefficiente e inefficace con la conseguente grave esclusione dal godimento del diritto alla salute per moltissimi cittadini stranieri irregolari bisognosi di cure" denunciano Stefano Dalla Valle e Gugliemo Meregalli, i due medici volontari che hanno coordinato la ricerca.

Secondo i due medici: “Si osservano comportamenti che variano da quelli del tutto corretti a quelli di strutture sanitarie che negano anche un’assistenza sanitaria minima, oltre a questo si accompagna una frequente mancanza d’informazione sia degli operatori sanitari che dei cittadini stranieri ed emergono storie (clicca qui per leggere le altre storie raccolte dai medici del Naga) che testimoniano le difficoltà che i cittadini stranieri incontrano anche nell’accesso ai servizi sanitari".

Un esempio emblematico  può essere la storia di Salah, un marocchino di 45 anni che nel dicembre del 2010 si presentò in una struttura della Naga accusando la presenza di grossi calcoli renali, certificati da una ecografia. Anche ad Salah non è stato concesso il codice STP, che invece gli spettava incontestabilmente, e l’urologo a cui si era rivolto gli aveva prescritto, come unica cura, un trattamento per la frantumazione dei calcoli che costava circa 2mila euro ad intervento. Grazie all’interessamento del Naga, Salah è stato curato con altre soluzioni molto meno costose e più accessibili alle sue risorse finanziarie ma di cui nessuno lo aveva informato.
 
A conclusione dell’indagine l’associazione avanza tre proposte per modificare la situazione vigente e per evitare che i cittadini stranieri irregolari continuino a soffrire di questa doppia  malattia, ovvero quella derivante dal mancato accesso alle cure oltre a quelle di natura organica.

Le proposte prevedono: "iscrivibilità dei cittadini stranieri irregolari nelle liste dei medici di medicina generale. Ciò costruirebbe una radicale modifica della situazione esistente, permetterebbe una semplificazione delle procedure e un accesso automatico ed efficace alla salute anche per i cittadini stranieri irregolari." 
 
Inoltre Naga prevede che per  migliorare la situazione esistente costruirebbe comunque un notevole passo avanti "l’applicazione omogenea della normativa nazionale vigente e conseguente rilascio e gestione successiva del codice STP in tutte le strutture sanitarie pubbliche e convenzionate della Lombardia. Tale gestione dovrà anche comprendere i successivi  
percorsi diagnostici e terapeutici." 

Infine l’ultima proposta di Naga riguarda "campagne pubbliche di sensibilizzazione, formazione e informazione in merito alla normativa vigente e ai diritti fondamentali in materia di salute rivolte a tutto il personale sanitario e ai cittadini stranieri regolari e non." 
 
 
 
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